Amori a prima vista: la torta di mele

Un romantico viaggio dal ghiacciaio alpino del Plateau Rosa

alla dolcezza di una magica torta di mele

raccontato dalla nostra inviata e fotografa Emanuela Corazziari

 

Ci si può innamorare di una torta di mele? E si può rimanere incantati da un luogo al punto di macinare chilometri su chilometri per tornarci e ritornarci?

La risposta, in entrambi i casi è sì, si può e questo ne è il racconto.

Era il 2013, insieme alla mia amica e compagna di avventure Maria Rosa, torinese, decidiamo di andare, a fine estate a toccare la montagna. Anzi, la neve. Armate di abbigliamento estivo e strati di vestiti da aggiungere durante la salita, di buon mattino partiamo alla volta della Valle d’Aosta, destinazione Plateau Rosa, sopra Cervinia. Lì la neve la troviamo di sicuro.

Da Torino prendiamo l’autostrada A5 per Aosta, usciamo a Saint Vincent – Chatillon e prendiamo la Strada Regionale 46 della Valtournenche, seguendo le indicazioni per Cervinia. Il tutto per circa 1 ora e mezza di viaggio, tra larici, abeti e profumi di montagna sempre più intensi.

Ai piedi i sandali, nel cuore quell’emozione che solo l’altitudine, il colore, il profumo di quel tipo di bianco sa dare. Altezza a parte (siamo a 3.480 metri), una salita a Plateau Rosa E’ veramente un’esperienza unica. Dalla terrazza d’arrivo della funivia è possibile ammirare da vicino i grandi quattromila, dal Cervino al Monte Bianco, dal Gran Paradiso al Monte Rosa a tutte le cime svizzere del Vallese, per poi “ritornare” con lo sguardo in Italia e posare gli occhi sull’inconfondibile sagoma a punta del Monviso, in Piemonte.

La salita, l’emozione, il fresco e l’atmosfera ci mettono un bell’appetito così una volta scese, nel paese semideserto tipico del fine stagione estiva, ci adattiamo a consumare un bel trancio di pizza. La pancia è presto sazia, la gola no, un dolce ci starebbe proprio bene. Ripartiamo alla ricerca di una pasticceria, sembra però che in paese non ce ne siano. Ci consigliano un posto lungo la strada regionale 46, quella del ritorno. Temendo di non aver capito bene le indicazioni, ci avviamo cautamente, alla ricerca del dolce sperato.

Ed eccolo lì, a circa 4 km scendendo da Cervinia, sulla sinistra. L’insegna recita: Antico Forno Flamini. Più che un forno ci sembra una baita costruita dagli elfi. Davanti l’entrata spicca un giardino molto curato. Maria Rosa ed io ci guardiamo, il tutto sembra promettere proprio bene. Per non parlare della vista che si gode seduti ai graziosi tavoli all’esterno, pur stando lungo la strada.

Entriamo e “lei” è lì. Me ne intendo di torte di mele, eppure quando l’ho vista sono rimasta senza fiato. Semplice quanto goduriosa, un vero e proprio inno alla torta stile Nonna Papera. E non è sola. Alla sua destra la torta cioccolato e pere, alla sinistra una torta meringata al limone. Per non parlare di quella della nonna, crostate e tanto altro ancora. In altre parole, una vetrina tutta da assaggiare.

E chi è l’artefice di siffatte meraviglie, chiediamo. Fabiano Flamini è il suo nome, verdi i suoi occhiali, un toscano doc trasferitosi in Valle d’Aosta. Lui e la sua compagna olandese Marijke insieme anche a tutta la loro maestria.

Chiedo a Fabiano di raccontarci la storia di questo posto. Non se lo fa ripetere due volte, e inizia a narrare. Galeotti furono lo sci, alcuni suoi panettoni e il parroco. Era Novembre 2010, lui era a sciare a Cervinia presso una struttura i cui proprietari sono milanesi. Portò con sé due panettoni, uno tradizionale e uno con i marroni glassati per avere il giudizio dai meneghini, che, di sicuro, se ne intendono. Il responso fu talmente positivo che venne proposto loro di venire a lavorare a Cervinia, dato che mancava una pasticceria. Nei primi mesi del 2011, insieme a Marijke, sua moglie, vennero a vedere alcuni locali. Grazie al parroco scoprirono chi erano i proprietari di quello che poi è diventato l’Antico Forno. Passarono mesi a sistemarlo e ad effettuare tutte le pratiche fino a che fu pronto. “E sicchè, il 6 Agosto 2011 il Forno aprì”, conclude sorridendo Fabiano, con una nota di giusto orgoglio nella voce.

Hanno scelto questa baita, l’hanno resa un vero e proprio laboratorio del gusto, in cui ci si sente “a casa”, che sia per un caffè, uno spuntino, un pranzo a base di pizza fatta con farine appositamente scelte di qualità, o una semplice, si fa per dire, fetta di torta. Fabiano ci racconta quanta cura c’è nella scelta degli ingredienti. La farina, ad esempio, viene direttamente dall’Amiata e dalla Maremma. Utilizzano il lievito madre per panettoni e colombe e oltre a pani di tipi diversi e preparano pasticceria fresca. A questi poi va aggiunta la passione che usa nel lavorarli, ogni suo gesto è un vero e proprio atto d’amore. È uno spettacolo vederlo all’opera, e non è il solo.

Marijke, sua moglie, tratta con grazia tutto ciò che tocca, che sia un bombolone da riempire di squisita crema, una pizza da tagliare e servire o una torta da impacchettare. I sorrisi appartengono a tutto lo staff, sempre, anche nei momenti in cui il locale è pieno di gioioso vociare. Eh si, perché pur essendo abbastanza grande, facilmente si riempie. Viene spontaneo a chiunque entri scambiare quattro chiacchiere con i propri vicini di tavolo. Perché la delizia, si sa, unisce e rende di buon umore tutti.

Chicca sui bomboloni: sono fritti, lasciati prima lievitare tra le 6 e le 8 ore. Ecco perché sono così alti, morbidi e per nulla pesanti (parola della sottoscritta, che se n’è goduto uno).

Per non parlare della bontà delle altre fette di torta. E dell’impasto della pizza. Fabiano ci spiega a questo proposito, che ogni volta che la si riscalda torna come appena sfornata sia per via della qualità della farina impiegata, sia perché viene usato solo olio extra vergine d’oliva come condimento.

 

 

La prima visita ci ha lasciato la voglia di tornare ancora, così, alla prima occasione, lo abbiamo fatto. E poi ancora per festeggiare il mio compleanno. E per prendere una boccata d’aria di montagna. E per rifarci gli occhi con il fantastico panorama. E per godere della gentilezza di tutto l’ambiente, staff compreso. L’ultima visita in ordine temporale, ci ha regalato sole, freschino e tutti alle prese con i preparativi natalizi.

Visto il periodo e la dipendenza dalle torte, prima di ripartire, potevamo esimerci dall’invito di Fabiano ad assaggiare anche una fetta del loro panettone? E questo ne è il risultato.

Se questo articolo vi ha messo l’acquolina in bocca, avete due possibilità: andare sulla loro pagina Facebook e prendere contatto o provare a ralizzare una torta di mele con le vostre mani. Se scegliete la seconda ipotesi mandateci su lamberto.giroviaggiandoblog@gmail.com la vostra ricetta ed il vostro giudizio sul risultato. La nostra inviata speciale Emanuela è comunque disponibile per supportarvi in questa “faticosa” valutazione. Chi lo desidera può postare anche una foto sulla nostra pagina Facebook ” Girogustando” dedicata alle scoperte gastronomiche.

Emanuela

 

 

Voi cosa ne pensate?