Roma, Trinità dei Monti: il Convento dove Carlo Magno è considerato Santo

Roma è fatta di grandi bellezze, di monumenti, piazze e vicoli che sono conosciuti in ogni angolo del globo e che spingono milioni di turisti a spostarsi dai loro paesi per venire a visitarli.

Roma, però, può vantare anche piccoli angoli, sconosciuti ai più, altrettanto interessanti e curiosi, piccole perle da scoprire ed assaporare con calma e senza fretta.

Una di queste “piccole perle” romane è sicuramente il Convento di Trinità dei Monti, costruito nel 1494 a fianco dell’omonima chiesa alla sommità della scalinata di Trinità dei Monti. Il Convento è parte integrante della piccola “enclave” francese posta nell’area tra via Sistina e Villa Borghese, che ha il suo centro storico culturale a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia. E’ curioso notare che, posta la scalinata di Trinità dei Monti come confine virtuale, la parte superiore sia una zona di diretta, secolare, influenza francese, tanto che la responsabilità della gestione dei luoghi viene concordata da una commissione paritetica fra lo stato francese ed il Vaticano, mentre nella parte inferiore, Piazza di Spagna e la sede dell’Ambasciata Spagnola, sottolineano l’influenza iberica su questa zona di Roma. Probabilmente questa curiosa suddivisione per “zone di influenza” è figlia di quel periodo storico rinascimentale, dove Spagna e Francia erano le due litigiose superpotenze dell’epoca ed il Papa si barcamenava onorando in egual misura entrambi i regni. Molte sono le testimonianze,a Roma, di questa antica “par condicio” a cui, in maniera a volte creativa, molti pontefici dell’epoca fecero ricorso.

Oggi però noi Giro Curiosi, saliamo la scalinata e visitiamo il Convento e le sue molte curiosità.

Il Monastero “Regio” di Trinità dei Monti fu costruito nel 1494, su volere del Re di Francia, Carlo VIII quale segno di stima e ringraziamento per l’opera svolta in Francia da San Francesco di Paola, santo calabrese, e dal suo ordine quello dei Minimi a cui il Convento fu affidato.

San Francesco di Paola (1416 – 1507), prima eremita poi fondatore di un ordine religioso, conosciutissimo dai suoi contemporanei per la sua grande capacità di fare miracoli e per i suoi poteri taumaturgici.

Proprio sperando di essere guarito da una malattia, all’epoca incurabile, il Re di Francia Luigi XI, lo invita alla sua corte. Francesco inizialmente non vuole lasciare il suo eremo ma il Papa Sisto IV lo obbliga, per migliorare i rapporti fra papato e regno di Francia. Arrivato in Francia, Francesco non opererà la guarigione “miracolosa” richiesta dal Re ma ne convertirà lo spirito, all’epoca molto ma molto mondano…

Alla sua morte, il figlio Carlo VIII, finanzia la costruzione del Convento e dell’annessa Chiesa, per creare quel luogo di preghiera, accoglienza ed umiltà a Roma, tanto desiderato da San Francesco. Anche in questo caso è curioso rilevare come alla realizzazione del Convento, contribuì anche il Papa dell’epoca, quell’Alessandro VI Borgia di cui la storia non ricorda un grande esempio di preghiera, povertà ed umiltà… Chiaroscuri del Rinascimento romano…

Entrati nel Convento, ci aspetta la prima curiosa sorpresa. Nei quattro lati del Chiostro sono dipinte alcune lunette con gli episodi salienti della vita di San Francesco da Paola ma soprattutto sono raffigurati tutti i re di Francia fino a Luigi XIV.

Passeggiare nel chiostro ci permette di rivivere quasi tutta la storia della monarchia francese e di scoprire una piccola curiosità.

Il ritratto di Carlo Magno è dotato, oltre che del titolo di magno e di Imperatore, anche di un’aureola segno di santità… Dopo un primo momento in cui pensiamo che l’aureola sia solo un piccolo segno di quella “gradeur” che i francesi riservano a loro stessi, scopriamo che invece Carlo Magno è effettivamente considerato “tradizionalmente” Santo dalla Chiesa transalpina. Canonizzato dall’Antipapa Pasquale III nel 1165 … il suo “culto” è oggi limitato alla diocesi di Acquisgrana, dove la tradizione popolare lo considera degno della gloria degli altari… Un Santo locale, quindi, una specie di San Gennaro… di Acquisgrana.

Lasciamo Carlo Magno e saliamo al primo piano del Convento dove ci aspettano altre sorprese. Nel corridoio che ricalca la parte inferiore del Chiostro troviamo due rare e preziose anamorfosi… Per tutti i nostri appassionati spieghiamo che le anamorfosi non sono pericolose creature di un’altra dimensione, ma sono degli affreschi con dei particolari giochi di prospettiva (dal greco anamorphosis, “ricostruzione del forma”). In pratica percorrendo il corridoio da un lato all’altro dell’affresco il soggetto raffigurato cambia.

Nei due affreschi conservati nel Convento, nel primo si parte da una raffigurazione di San Francesco di Paola inginocchiato in preghiera ai piedi di un albero per arrivare, pian piano che ci si sposta, ad un paesaggio calabrese, con baia e colline, dove sono raffigurati alcuni episodi della vita del santo. Nel secondo affresco si parte da San Giovanni Evangelista mentre scrive l’Apocalisse che si trasforma, pian piano, nel paesaggio dell’isola di Patmos, l’isola greca dove l’Evangelista trascorse gli ultimi anni della sua lunga vita.

Su un altro lato del corridoio, sempre al primo piano, troviamo un affascinante astrolabio solare a riflessione, dove lo scorrere del tempo è segnato da un raggio di luce riflessa da una vicina finestra, che si muove in base al trascorrere delle stagioni. Qui ci aspetta un’altra sorpresa, scorrendo la lista delle varie città indicate lungo la linea del tempo, rileviamo la presenza di Londra, Tolosa, Parigi, Milano, all’epoca sotto l’influenza francese, Napoli e Paola, in onore alla città di nascita di San Francesco e…… ci accorgiamo che manca… Roma!

Stupiti da questo piccolo “dispetto” transalpino, lasciamo il primo piano del Convento e ci immergiamo nella bellissima sala del Refettorio. Quì ci aspetta una sala affrescata su tutte e quattro le pareti con le scene evangeliche dell’episodio delle nozze di Cana. La meraviglia è che, anche in questo caso, la prospettiva è studiata per dare l’impressione allo spettatore oggi ed al commensale, ieri, di essere uno dei partecipanti a quel famoso pranzo di nozze.

Da tempo i frati del ramo francese dell’Ordine dei Minimi non sono più presenti nella struttura ed in base ad un accordo fra Santa Sede e Francia, dal 2016 il monastero ospita la “Comunità dell’Emmanuele”, costola francese del Movimento Carismatico, sorta nel 1972 e che ad oggi conta circa 10.000 aderenti in più di 59 paesi. Grazie a loro, il Convento è tornato ad essere, oltre ad uno scrigno di arte, anche un centro di preghiera, meditazione e accoglienza nel moderno caos di Roma, come da sempre lo aveva immaginato e voluto San Francesco di Paola

 

 

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