Civita Castellana: la scoperta dell’arte negli oggetti di tutti i giorni

La grande scritta “Buongiorno Ceramica” non può che colpire noi curiosi incalliti, in cerca di ispirazione per nuovi viaggi e nuovi vagabondaggi.

Quale migliore occasione da cogliere se non l’allettante programma di “Buongiorno Ceramica“; una manifestazione formato “week end” dedicata alla ceramica italiana che, lo scorso 2,3 e 4 giugno, ha dato vita a più di 100 eventi in 36 città italiane di antica tradizione ceramica, alcune conosciute da tutti, come Caltagirone, Castelli, Deruta, Faenza, Vietri, Capodimonte altre un pò meno famose ma non meno interessanti.

In questa rosa di tentazioni turistiche, scegliamo, dopo lunga riflessione, Civita Castellana, importante borgo della provincia di Viterbo, sulla via Flaminia.

Raggiungiamo Civita Castellana proprio dalla Flaminia, arrivando ai piedi dello sperone di tufo su cui sorge la parte antica della città. Sperone di tufo che ci ricorda i natali etruschi di Civita Castellana ed il suo antico nome di “Falerii” , capitale dell’area Falisca, soggiogata e purtroppo distrutta dai romani nel 241 avanti Cristo. I resti archeologici dell’antica Falerii, sono custoditi nel Museo dell’Agro Falisco, ospitato nel bellissimo Forte Sangallo, nella parte occidentale della città.

Il Duomo di Civita castellana

Il Forte, come il Duomo medioevale della città, meriterebbero una visita dedicata ma oggi siamo a Civita Castellana per scoprire una delle sue “perle preziose”, la ceramica, i cui primi pezzi risalgono a manifatture locali del XVIII secolo.

Affermava con passione un grande giornalista italiano Ludovico Magrini, fondatore dei Gruppi Archeologici Italiani :

 

Ogni oggetto, ogni singolo frammento ceramico, sa restituirci le lacrime,le emozioni, le gioie e le debolezze che restano impresse nelle piccole cose quotidiane dell’uomo

e giustamente quanti pensieri, quante gioie, quanti brindisi, quanti progetti, quante discussioni abbiamo fatto e condiviso davanti ai nostri piatti, ai nostri bicchieri, riempiendoli o svuotandoli, alle tazzine da caffè o alle tazze da colazione, da soli o in compagnia, all’alba o al tramonto di una giornata intensa…

Arriviamo curiosi e con qualche fatica al Museo della Ceramica di Civita Castellana, dedicato a “Casimiro Marcantoni“, imprenditore ceramista e mecenate locale. Con qualche fatica perchè le indicazioni per il Museo non sono facilmente individuabili lungo il percorso urbano ed anche la sede è nascosta dal palazzo che ospita il Liceo Artistico cittadino. Spiace anche che l’unico manufatto in ceramica rotto, che vedremo in tutta la nostra giornata a Civita, sia proprio la targa ceramica del Museo…

Casimiro Marcantoni

Superata la piccola delusione per questo esempio di italica trascuratezza, entriamo al Museo che ospita sia alcuni eventi di “Buongiorno Ceramica” che tutte le testimonianze dell’antica tradizione ceramica di Civita Castellana.

Attenti a non disturbare i partecipanti ad uno degli eventi in programma, facciamo un primo giro esplorativo nel Museo. Scopriamo così che la prima fabbrica locale di vasellame e stoviglie di pregio, risale al 1700 ed è gestita e voluta, fra gli altri, dall’Architetto Valadier. GiroViaggiando nella storia della ceramica civitonica (Civitonici è il nome degli abitanti di Civita Castellana e non dei personaggi di un qualche Manga giapponese…), illustrata in maniera molto divulgativa nei pannelli lungo il percoso, capiamo che una delle peculiarità della ceramica di Civita Castellana è quella di non realizzare solo una ceramica “artistica” per le grandi occasioni della vita ma anche semplici oggetti di uso comune. Semplicità che obbliga gli artigiani a creare in maniera utile, senza fronzoli, ma con attenzione, qualità e durata dei propri oggetti.

Semplicità e maestria che parte fin dal Tornio, per poi proseguire fra i diversi allestimenti che mostrano alcuni esempi di produzione delle migliori fabbriche locali, (Sbordoni, Percossi, Vaselli, Marcantoni. Coramussi, F.a.c.i., M.a.i.s.c., ecc), che da più di due secoli sono il principale volano di sviluppo dell’economia locale. Settore che oggi conta più di 75 imprese, che danno lavoro a più di 3000 dipendenti per fatturato annuo di oltre 700 miliardi.

Ma torniamo al nostro Museo e proseguiamo il percorso scoprendo una particolare area dedicata ai “sanitari”, vera punta di diamante della produzione ceramica locale e vero oggetto “cult” del personale arredamento del bagno di ognuno di noi. Non basterebbe lo spazio di questo blog per raccontare tutte le “riflessioni”, serie e non, di cui tazze, lavandini, vasche, bidèt, sono stati silenziosi testimoni. Sanitari di cui a volte sentiamo la mancanza quando siamo all’estero e le cui caratteristiche e qualità ci raccontano spesso molto di più sul padrone di casa, di qualsiasi altro gossip. Anche in questo c’è amore, c’è cultura e c’è bellezza…

Intanto nella parte centrale del Museo si susseguono le attività legate al programma “Buongiorno Ceramica“: il laboratorio creativo di ceramica “Labile“, dedicato alle persone con disabilità ma con altrettanta creatività, ben gestito dalla Cooperativa sociale “Il Pungiglione“; la presentazione del libro sulla Ceramica realizzata dall’azienda locale W.A.R.M; la mostra temporanea ” Clay Emotion” dedicata ai lavori di ceramica artistica di alcuni famosi ceramisti locali: Franco Giorgi, Vincenzo Doboloni “Mastro Cencio”, Anna Cirioni, Fausto Mancini e Beniamino Tofanacchio.

Lasciamo a malincuore il nostro viaggio nella storia della ceramica e decidiamo di dedicare un pò di tempo ad una passeggiata di esplorazione e scoperta curiosa del borgo di Civita Castellana.

Passeggiando per strade e piazze scopriamo di essere stati preceduti nel nostro viaggio a Civita da tanti personaggi e viandanti famosi, dai Borgia, che dominarono la zona alla fine del ‘400, a Goethe, Mozart, Gregorovius, Montesquieu. Ognuno ha lasciato un segno, una frase, un ricordo della sua presenza in città.

Un’altra cosa ci colpisce nel centro storico: tutte le insegne di negozi, strade e uffici pubblici sono in ceramica. Piccolo omaggio alla fonte di richezza e lavoro del paese. Ci piace anche sottolineare come moltri grandi artisti della ceramica abbiano poi donato al paese un loro lavoro, messo a patrimonio e disposizione di tutti. Perchè la bellezza, l’arte e la cultura non sono patrimonio del singolo ma di tutta la comunità, che quel percorso culturale ha, in qualche modo, influenzato e supportato.

Ci piace anche che l’idea che una nuova area del museo sia stata realizzata nel cuore di un nuovo centro commerciale ricavato nello spazio della prima fabbrica di ceramica locale, realizzata sempre dal famoso ed onnipresente Casimiro Marcantoni…

E nuovamente nel nome di Casimiro Marcantoni il nostro percorso alla scoperta della ceramica di Civita Castellana si conclude. Ci godiamo il tramonto formulando il desiderio di tornare nuovamente a Civita Castellana per scoprire e godere di tutte le altre bellezze turistiche e culinarie che oggi, in onore della ceramica, abbiamo trascurato.

Au revoir ceramica, au revoir bella Civita Castellana

 

Voi cosa ne pensate?