Deruta (Pg): il paese dell’Arte…Civile

“Dio amava i fiori e ha inventato il suolo.

L’uomo amava i fiori e ha inventato i vasi.”

(Jacques Deval – commediografo, regista e scrittore francese)

 

Per scoprire e visitare Deruta, splendido borgo umbro, cuore della tradizione ceramica del nostro paese, bisogna anzitutto cercarla… Può sembrare una considerazione banale ma è la realtà delle cose.

Posta ad una quindicina di chilometri da Perugia, nei pressi della moderna e veloce superstrada E45, Deruta rischia di passare inosservata, tradita dalla fretta che connota purtroppo il nostro tempo ed i nostri viaggi e da una fila di strutture commerciali moderne che inducono il potenziale visitatore a pensare che Deruta oggi sia solo una lunga fila di vasi e negozi posti ai margini della superstrada.

Credo quindi che sia io che i lettori di questo blog, dobbiamo primariamente ringraziare gli organizzatori di Buongiorno Ceramica ed il Comune di Deruta, non solo per averci invitato a questa splendida ed unica manifestazione, ma per averci dato l’occasione per uscire dalla E45 e scoprire che il vero cuore di Deruta, la sua passione e tradizione artigiana è “oltre” quella fila di vasi e negozi.

Il centro storico cuore di Deruta è infatti posto sopra una collina e spazia su un territorio bagnato dal Tevere e segnato da depositi argillosi che hanno consentito ai suoi abitanti di reperire la materia prima con cui realizzare le ceramiche.

Tutto nel borgo parla di vasai e dell’arte della ceramica e non è un caso che Deruta, oltre ad essere uno dei Borghi più belli d’Italia, è anche uno dei comuni membri fondatori dell’Associazione Città della Ceramica che organizza ogni anno la manifestazione “Buongiorno Ceramica“. Manifestazione formato “week end” dedicata alla ceramica italiana che quest’anno si è svolta lo scorso 18 e 19 maggio, con più di 100 eventi in 39 città italiane di antica tradizione ceramica, alcune conosciute da tutti, come Caltagirone, Castelli, Deruta, Faenza, Vietri, Capodimonte, Civita Castellana altre un pò meno famose ma non meno interessanti.

Chi quindi vuole scoprire Deruta, deve uscire dalla E45 superare tutta la parte moderna e commerciale della cittadina e salire sulla collina dove scoprirà il cuore artistico e storico del Borgo. Ad accoglierci in questo cuore le antiche mura e la Porta dedicata a San Michele Arcangelo. Di fronte alla porta le immagini, rigorosamente in ceramica, di San Francesco, ai cui frati e conventi si devono le prime richieste di oggetti in ceramica derutese, e di Santa Caterina d’Alessandria, patrona dei ceramisti, grazie alla ruota, strumento del suo martirio, che ricordava ai maestri artigiani la ruota del tornio.

Superata la porta e la fontana ottocentesca ci accoglie piazza dei Consoli, il cuore storico di Deruta che ospita i principali edifici pubblici e religiosi. L’odierno palazzo comunale, al cui interno si trova anche una piccola pinacoteca, è l’antico palazzo medievale dei Consoli, mentre sulla stessa piazza si affaccia il complesso francescano, ossia il convento, fondato nel 1008 e la chiesa di San Francesco, in stile gotico, restaurata e consacrata nel 1388 dopo un terremoto che l’aveva quasi distrutta. Nei locali dell’antico convento francescano è collocato il Museo regionale della ceramica, vera e propria memoria storica della tradizione ceramica di Deruta.

Museo regionale della Ceramica

Il Museo regionale della ceramica di Deruta è il più antico museo italiano dedicato alla ceramica. La sua fondazione risale al 1898 grazie al notaio derutese Francesco Briganti che ebbe l’idea di istituire un “Museo artistico pei lavoranti in maiolica“. Questo nome, un po’ inaspettato, ci indica che l’obiettivo del Museo non è semplicemente collegato alle esigenze del turista o del comune visitatore, ma alla necessità delle nuove leve di artigiani di avere una fonte di ispirazione che vada oltre la tradizione locale. Ecco quindi che il patrimonio del Museo è aperto anche ad oggetti e tradizioni provenienti da altre città dell ceramica italiane ed europee, ecco che attraversando le diverse fasi espositive si comprende come l’arte della ceramica di Deruta sia il risultato di una commistione secolare fra artigianato, pittura, tecnica, attenzione agli stimoli ed all’uso sociale degli oggetti.

Cuore di questo percorso e della storia ceramica di Deruta è il Rinascimento, periodo in cui l’Umbria era il centro di una importante scuola di pittura dove operavano grandi maestri come il Perugino, il Pinturicchio e Luca Signorelli, dai quali i ceramisti derutesi hanno potuto trarre ispirazione. Oltre cinquanta fornaci erano attive in quel periodo all’interno delle mura cittadine e nelle botteghe gli oggetti uscivano dall’incontro tra le mani esperte dei vasai, la fantasia dei pittori e la magia del fuoco, con una tradizione che per secoli hanno dato pane e lavoro a Deruta.

La produzione di coppe amatorie, piatti da pompa, cioè da festa, vasi su alto piede, albarelli e versatori da farmacia costituiscono la parte più originale e più importante della tradizione ceramica derutese di questo periodo. In essi venivano raffigurati ritratti e stemmi nobiliari, profili femminili, grottesche, scene mitologiche, guerresche e sacre.

In particolare nelle parti figurative prevalevano ritratti di belle donne spesso affiancati da cartigli in cui venivano riportati motti, sentenze o più semplicemente il nome della donna ritratta ed amata, più o meno segretamente, e l’aggettivo “bella”. Quello che oggi diciamo con i fiori nel rinascimento si diceva attraverso i piatti e le speciali “coppe amatorie” che venivano offerte all’innamorata per dichiararsi o celebrare momenti importanti quali il fidanzamento, il matrimonio, il parto, ma anche feste e balli.

Le maioliche rinascimentali derutesi acquistarono grande fama nel mondo anche per l’impiego del lustro metallico a riflessi dorati e rossastri applicato nelle opere di maggior pregio. Il Lustro è una complessa tecnica di derivazione hispanica, che prevede una terza cottura degli oggetti, con un apposito forno diverso da quello tradizionale utilizzato per le prime due. Una tecnica che lascia sull’oggetto una patina dorata con sfumatura irridescenti, ma che registra un alto tasso di rischio (secondo la tradizione solo il 6% dei pezzi riesce perfettamente..) e quindi con alti costi per l’artigiano ed il committente, ma con un risultato estetico unico.

 

Passeggiando per le sale del Museo e guardando gli oltre 6000 pezzi che vi vengono custoditi, capiamo perchè l’obiettivo dell’esposizione non sia solo didattico, ma cerchi di farci capire come questi oggetti siano anche veicoli di emozioni, storie, ricordi, esperienze.

Racconta un grande archeologo e giornalista italiano, Ludovico Magrini, fondatore dei Gruppi archeologici italiani che “ogni oggetto, ogni singolo frammento ceramico, sa restituirci le lacrime, le emozioni, le gioie e le debolezze che restano impresse nelle piccole cose quotidiane dell’uomo” . Insomma l’oggetto in ceramica si trasformava da semplice oggetto a “media” dei propri sentimenti. Un uso social, prima dei social…

Un esempio di questa possibilità culturale ci è offerta, nell’ambito del ricco programma di Buongiorno Ceramica, dal laboratorio organizzato dall’Associazione TRA Arteterapia onlus, che utilizza la tecnica orientale di riparazione e filosofia Kintsugi, per aiutare ed agevolare il recupero dei malati oncologici. Secondo questa tradizione giapponese si ripara un oggetto rotto, valorizzando la crepa e riempiendo la spaccatura con dell’oro. Il messaggio che si vuol dare è che quando qualcosa o qualcuno, in questo caso dei malati, ha subito una ferita ed ha una storia di sofferenza, diventa più bello proprio tramite quella ferita o quella prova da cui è passato. Un bel segno di speranza, veicolato tramite la ceramica, per le tante sofferenze, paure e solitudini legate alla malattia…

Lasciamo il Museo e visitiamo il vicino Palazzo dei Consoli e la locale Pinacoteca comunale.

La Pinacoteca Comunale di Deruta

Situata in un’ala del palazzo Comunale, custodisce la raccolta Lione Pascoli che comprende opere del collezionismo romano del primo Settecento e dipinti e affreschi provenienti dalla chiesa di San Francesco e da altre del circondario.

Prima di entrare in Pinacoteca ci fermiamo, nell’atrio del Palazzo, a dare un’occhiata alla mostra “Scuola e Territorio” realizzata, nell’ambito di “Buongiorno Ceramica” dai ragazzi del liceo artistico “Alpinolo Magnini” di Deruta. Sono i ragazzi stessi a raccontare la storia ed il significato delle loro opere, con i sogni e la passione che solo i ragazzi sanno vedere ed interpretare. Siamo certi ascoltandoli che fra di loro ci saranno sicuramente i nuovi maestri che con le loro opere parteciperanno alle future edizioni di Buongiorno Ceramica, continuando in futuro la tradizione artigiana di queste terre.

Saliamo al primo piano della pinacoteca, dove sono esposte opere provenienti dalle chiese di Deruta e dall’ex ospedale di San Giacomo, tra cui la Madonna dei Consoli e il Gonfalone di Sant’Antonio Abate, di Nicolò Alunno e l’affresco staccato “Padre Eterno con i santi Rocco e Romano” di Pietro Vannucci, detto il Perugino, proveniente dalla chiesa di San Francesco. Nella parte inferiore dell’affresco, l’artista ha dipinto una rara veduta idealizzata di Deruta, come appariva nel ‘400 e come la possiamo ritrovare su molti vasi ceramici a cui ha fatto da spunto.

Al secondo piano è custodita la Collezione Lione Pascoli, con dipinti, raccolti fin dal Settecento e donata al comune di Deruta nel 1931.

Usciti da Palazzo dei Consoli, consiglio a tutti di completare la visita del Borgo, dando un’occhiata ad una delle numerose antiche fornaci attualmente visitabili, se non altro per capire come tanta bellezza sia frutto di perizia, fatica, tecnica e ferma volontà di raggiungere il risultato nonostante gli errori.

Io, ad esempio ho visitato, accompagnato dal locale responsabile della Pro Loco, sia la fornace collegata al Museo della Ceramica, che la Fornace Grazia, una delle più antiche di Deruta, trasformata oggi dal Comune in un utile centro didattico ed espositivo

Ma prima di lasciare Deruta non possiamo non visitare un luogo dove veramente, come dice Ludovico Magrini, la ceramica ci racconta, anche fisicamente, “le lacrime, le emozioni, le gioie e le debolezze dell’uomo e della sua vita“.

Questo luogo speciale si trova ad un paio di chilometri dal centro storico del Borgo ed è il Santuario della Madonna de’ Bagni.

Santuario della Madonna de Bagni

In questo particolarissimo Santuario in cui si venera un piccolo frammento ceramico con l’immagine di Maria, incastonato in un’antica quercia, si possono leggere alle pareti tutte le preghiere e le storie di dolore, povertà e sofferenza, affidate alla Madre di Dio e miracolosamente risolte. Tutte in ceramica, in una fantastica ed unica catena di racconti e ringraziamenti che del settecento arriva ai giorni nostri.

Uno spettacolo unico, in cui veramente la ceramica da oggetto diventa “media” delle speranze umane e che siamo certi non vi lascerà indifferenti.

Rientriamo a Deruta per congedarci dagli organizzatori di Buongiorno Ceramica e dal Comune, che ci ha gentilmente ospitati. Nel ripartire siamo colpiti da una frase esposta presso un ristorante vicino al Palazzo Comunale: “ Anche con la crisi nera, noi il mangiar lo famo bono…

Forse è questo il segreto della “way of life” di Deruta e dei suoi abitanti, fin dall’inizio della loro storia di scampati alla distruzione della vicina Perugia.

Sia nei momenti di splendore, che nei momenti di crisi mai rinunciare alla qualità ed all’impegno personale di fare al meglio il proprio lavoro.

Ed è questa determinazione, questa costanza a non scivolare nei facili compromessi di risparmio economico, questa ricerca costante della qualità anche aprendosi ad esperienze “forestiere” che possano essere di ispirazione e stimolo, che fa di Deruta e di qualsiasi altro luogo con la medesima filosofia, una “Città dell’Arte… Civile

 

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