Roma: Hermès, gli artigiani della bellezza

Si sta svolgendo in questi giorni a Roma, negli spazi del Museo dell’Ara Pacis, un evento eccezionale legato all’artigianato ed alla bellezza: “Hermès, dietro le quinte“.

Questa manifestazione, aperta gratuitamente al pubblico fino al prossimo 16 marzo, permette a tutti i visitatori ed agli appassionati di bellezza e di artigianato di fare un viaggio di scoperta, attraverso la passione e la perizia degli artigiani della Maison Hermès ed assistere, con pazienza, alla nascita di oggetti unici, che forse nella gran parte dei casi non potranno mai acquistare, ma che sicuramente ricorderanno per sempre. Perchè la bellezza parla al cuore, che si tratti di un luogo, di un oggetto, di una persona, si ritaglierà sempre un piccolo spazio indelebile nella nostra anima e nei nostri ricordi.

Michelangelo, che di bellezza e di arte se ne intendeva, di ritorno dalle Cave di Carrara, affermava ” Tu vedi un blocco di marmo, pensa all’immagine: l’immagine è dentro, basta soltanto spogliarla“. Per l’artista, per l’artigiano, dentro la materia, esiste una immagine, un oggetto, un progetto che deve essere liberato. Dove noi vediamo marmo, cuoio, tessuto, tela, l’artista e l’artigiano vedono statue, borse, cravatte, vasi, selle, dipinti e la loro passione e bravura è la capacità di farli emergere… Sempre Michelangelo ci fornisce un esempio di questa magia, a chi gli chiedeva come aveva pensato il suo Mosè rispondeva “l’ho visto nel marmo ed ho scolpito fino a liberarlo“. Visitare questa mostra è vedere e scoprire come la materia, grazie alla passione ed alle mani degli artigiani presenti, si trasforma e come, pian piano, ciascun oggetto prende forma ed unicità.

Anche se il primo stand, molto affollato, è dedicato alle borse, non dobbiamo dimenticare che questi oggetti fanno parte del mondo Hermès solo dagli anni ’30 perchè in realtà Thierry Hermès, fondatore nel 1837 della Maison, era un abile sellaio, e quindi il primo negozio che aprì a Parigi era una bottega per bardature e finimenti da cavallo. Successivamente, nel 1870, i successori trasferirono l’attività in rue du Faubourg-Saint-Honoré, nella sede che è divenuta storica e che tuttora è il quartier generale della maison.

Quindi per comprendere il cuore della filosofia artigianale di Hermès bisogna partire non dal banco del pellettiere ma da quello del sellaio, o nel nostro caso della sellaia. Scopriremo un oggetto fatto interamente su misura, non solo su quella del cavaliere, come potremmo aspettarci, ma anche su misura della morfologia del cavallo. Proprio pensare al cavallo che dovrà portarla fa si che le selle oltre ad essere sagomate e cucite a mano siano anche realizzate con materiali estremamente resistenti ma leggeri, per assicurare comodità non solo al cavaliere ma anche al cavallo.

Nel 1920 Emile-Maurice Hermès, nipote del fondatore, iniziò a creare capi in pelle di daino. Allo stand del guantaio possiamo ammirare l’artigiano che seguendo tecniche antiche, ammorbidisce e lavora il cuoio. Successivamente ne ricava dei rettangoli adatti a tutte le taglie di guanti e opera il taglio poggiando la pelle su una specifica fustella chiamata “mano di ferro”. Questa lunga procedura di lavorazione crea sicuramente un valore e fa si che nessuna parte di quel cuoio, così faticosamente lavorato, venga sprecata. Ad esempio la porzione in eccesso sopra il mignolo diventa il rinforzo sotto al bottone, che caratterizza i guanti di Hermès, mentre i ritagli in eccesso del pollice, vengono utilizzati per migliorare il confort fra le diverse cerniere che uniscono le dita, evitando deformazioni future dovute all’utilizzo nel tempo.

Seguiamo il ritmo del tempo e arriviamo al 1927 quando viene lanciata una prima linea di gioielli ispirati al mondo equestre. Nella realizzazione dei gioielli di Hermès ha un ruolo insostituibile l’incastonatore, cioè l’artigiano orefice che grazie a passione, maestria e pazienza colloca ogni singola pietra preziosa nella specifica nicchia di metallo prezioso a cui è destinata. Per farvi un esempio di quanta pazienza e precisione richieda questo lavoro, sappiate che un bracciale di Hermès può contenere fino a 2500 diamanti, tutti diversi per dimensione, peso, lucentezza e tutti devono essere assemblati al loro giusto posto.

Nel 1929 arriva la prima collezione di moda femminile disegnata da Lola Prusac. Il decennio successivo vide un grande sviluppo delle attività e delle nuove creazioni, che lanciarono l’azienda e la resero riferimento della storia della moda, come la borsa ispirata a quelle da sella che, lanciata per la prima volta nel 1935 e poi ridotta di volume, divenne celebre nel dopoguerra grazie a Grace Kelly, che la sfoggiò nel 1956 sulla copertina di Life e la fece ribattezzare Kelly.

Sul banco della manifestazione dedicato alle borse, troverete posati tanti pezzi distinti, come nella preparazione di un puzzle, che il pellettiere pian piano assembla con movimenti precisi ed in gran parte a braccia alzate, come un direttore di orchestra, che usando pollice ed indice, fora il cuoio, guida gli aghi, riveste di cera il filo perchè sia resistente ma anche morbido al tatto. L’obiettivo è realizzare borse preziose che possano durare nel tempo ed è per questo che l’azienda ha nel mondo, alcune sedi dove abili artigiani riparano, con passione ed amore, questi oggetti “vissuti” riportandoli alla bellezza origianaria. A volte capita che un artigiano riparatore si trovi fra le mani da aggiustare la stessa borsa che 15 o 20 anni prima aveva realizzato, e la riconosce, non solo grazie ad una buona memoria, ma grazie a delle personali e specifiche “firme” che ogni artigiano imprime e nasconde in ogni singolo pezzo artigianale e che ai suoi occhi ed a quelli dell’azienda, lo renderenno riconoscibile “per sempre”.

Nel 1949 Hermès lanciò l’innovativo sistema “ready-made”, una sorta di prêt-à-porter su misura, simboleggiato dall’abito da donna Hermeselle in cotone stampato. Nella mostra di Roma potrete ammirare il lavoro sia dell’artigiano incisore su seta che dello stampatore. Il primo, oltre a pensare il disegno lo scompone, grazie alla computer grafica, in un numero di lastre equivalenti al numero di colori presenti nel disegno originario. Sembra un lavoro semplice ma pensate che, ad esempio, un disegno composto di 30 colori o tonalità diverse richiede dalle 400 alle 600 ore di lavoro ed una grande attenzione, perchè una errata sequenza comporterà dei difetti sulla resa del disegno su seta.

Della stampa si occupa il secondo artigiano. La tecnica che ha reso famose le creazioni di Hermès è la tecnica a “quadro piano o lionese”, messa a punto a Lione negli anni ’30. Su un rullo immacolato di seta, teso sul tavolo di stampa, l’artigiano posa un telaio di acciaio ricoperto da una garza e successivamente vi fa colare il primo colore della scomposizione fatta dall’incisore. I colori successivi, si imprimono sulla seta attraverso la garza in un ordine ben preciso fino a far apparire il disegno originario e finale che viene fatto asciugare e fissare e poi il capo viene lavato e confezionato.

Negli anni 1960, nascono con il logo Hermès anche i profumi, i foulard, gli orologi, le cravatte e gli altri accessori di pregio. Anche in questo caso all’interno della mostra potrete vedere all’opera l’artigiano orologiaio, capace di realizzare ed assemblare in un unico puzzle meccanico dai 100 ai mille pezzi con errori consentiti al massimo di qualche centesimo di millimetro; la cravattaia che confeziona manualmente le sue soffici cravatte; la pittrice su porcellana capace di realizzare e stendere manualmente i colori necessari al disegno e poi integrarli allo smalto attraverso una fusione che ha temperature diverse a seconda della tonalità di colore scelto.

Oggi l’azienda, con più di 55 negozi nel mondo, è presieduta da Patrick Thomas, pronipote del fondatore e rappresentante della quinta generazione Hermès ma si distingue ancora per la filosofia dell'”innovare nella continuità della tradizione”, unendo però alla tradizione una speciale attenzione all’ambiente e al sociale. Ma tutto questo non sarebbe possibile senza l’esperienza, la pazienza, la passione dei numerosi artigiani che compongono, alcuni anche da più di venti o 30 anni la famiglia degli “Hermès Artisan“.

 

Hai commenti da fare, domande da porre, pensieri da condividere su questo Post?
Scrivimi su lamberto.giroviaggiandoblog@gmail.com

 

 

Voi cosa ne pensate?