“I tessuti raccontano storie che i libri non narrano”
(Lydia Manavello – Collezionista)
Il Kimono, simbolo per antonomasia della cultura giapponese, almeno in occidente, è oggetto in questi giorni di una piccola ma bellissima mostra, organizzata a Roma dall’Istituto Giapponese di Cultura in collaborazione con la Collezione Manavello.
Il Kimono, nell’immaginario collettivo occidentale rappresenta l’icona stessa del Giappone nella sua veste di raffinatezza ed esotismo. Sin dagli albori della propria origine, ha rappresentato una sorta di foglio su cui l’uomo, ha scritto e “disegnato” gli effetti dell’evoluzione della società. Creando un’icona culturale paragonabile ad una “fotografia istantanea” della propria epoca.
Se da secoli la forma dei kimoni è sempre la stessa, la tessitura, i disegni, i colori, non sono mai uguali, e sui tessuti sono raccontate storie che i libri non narrano.
Su questi abiti tradizionali è possibile ritrovare la storia dell’evoluzione della società, epoca dopo epoca, un racconto su tessuto che evidenzia risvolti antropologici e sociali. Per capire il messaggio nascosto di ogni kimono, infatti, bisogna osservare i dettagli dei disegni sula stoffa, dove, ad esempio, a seconda dei temi, non mancano il monte Fuji sullo sfondo o il beneaugurante bambù come nel kimono da sposa rigorosamente nero, ma con fodera rossa e bordi chiari che possiamo ammirare lungo il percorso espositivo.
Perché il termine “kimono” non designa solo un abito e non si esaurisce nella preziosità intrinseca del manufatto, ma esalta le scelte e l’identità di chi lo indossa. Ogni più piccolo particolare è meticolosamente curato e nasconde un vero e proprio tesoro di bellezza, con propri colori e simboli.
Come potremo scoprire ammirando gli abiti in mostra, molti tessuti e dipinti raffinati si trovano nelle fodere interne, talvolta più preziose della parte esterna, proprio come il lato personale di ognuno, che per i giapponesi è il più intimo e privato, da svelare solo a chi si sceglie. Indice di un legame profondo, quasi spirituale, con l’abito; un percorso di conoscenza che segue quello delle dinamiche dei rapporti personali. Dando un segnale educativo e morale fortissimo e che, se ci pensate, è completamente diverso dal nostro approccio culturale e sartoriale che privilegia più l’esterno, il visual, l’outfit, che l’interno del vestito e molte volte del rapporto personale.
Tecnicamente il Kimono è una veste a forma di “T” che arriva fino alla caviglia e le cui maniche sono generalmente molto ampie all’altezza dei polsi, fino a mezzo metro. E’ avvolto poi attorno al corpo e fissato da un’ampia cintura, annodata sul retro, chiamata obi. Viene abbinato a delle calzature tradizionali, specialmente ai sandali geta e zori, che molti ragazzi conoscono grazie ai molti fumetti giapponesi, ed a dei calzini che dividono l’alluce dalle altre dita, chiamate tabi.
Visto il profondo amore che i giapponesi sentono da sempre per Madre Natura gli accostamenti cromatici del Kimono vengono attentamente studiati per rispettare ogni stagione. Ad esempio, in inverno il kimono è di norma rosso sotto e bianco sopra. In primavera si gioca con il lilla fuori ed il blu sotto. Solo da poco più di un secolo si è potuto usare anche il viola, precedentemente di uso esclusivo dell’Imperatore.
Mentre il kimono da uomo è molto più semplice e si compone di massimo cinque pezzi e pochi colori rigorosamente scuri ( nero, blu scuro, verde scuro e raramente marrone), quello da donna varia in base allo stato civile, l’età e naturalmente la formalità dell’occasione.
Infatti è impossibile, data la complessità della struttura (12 parti separate di seta o broccato con i disegni e i motivi più disparati), per la maggior parte delle donne indossare un Kimono senza un aiuto ed quindi oggi esistono in Giappone, delle assistenti professionali “a noleggio” che intervengono nelle occasioni speciali per consigliare la “giusta” scelta.
La Mostra, che durerà fino al 19 gennaio 2019 è divisa in quatro sezioni: l’abito fa il monaco, il bambino, il giapponese, il fiore e sono ispirate a religione, infanzia, tradizione e natura. Il percorso espositivo raccoglie una ventina di preziosi Kimono, tutti della prima metà del novecento, ma anche giochi ed oggetti collegati alle tradizioni giapponesi, come aquiloni e bambole. Il periodo scelto è artisticamente interessante perchè le decorazioni riportate sui kimoni passano dai motivi tradizionali a fantasie più moderne, legate sia all’influsso dell’arte moderna occidentale (Futurismo, Cubismo, Art dèco), sia a fatti ed avvenimenti storici.
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Commenti
Adoro i kimono e la cultura asiatica in generale, peccato non essere a Roma a vederla di persona. Bellissime foto comunque!
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C’è tempo fino al 19 gennaio e magari cogli l’occasione per dare un’occhiatina anche a Roma. 😉
Adoro a sempre la cultura, la storia e la tradizione Giapponese e non solo. Però per l’amor del cielo, senza contaminazioni odierne… la massima espressione di esse deve essere vista sopratutto nel passato. Un passato fatto di detrminazione e passione.. che oggi inesorabilmente è andato scemando….
Ma dai, che bella questa mostra, davvero interessante e particolare!
Che splendore il Kimono, un capo davvero particolare ma che può dare all’outfit uno stile unico.
Quando siamo stati in Giappone ho scoperto con sorpresa la preziosità del kimono, e anche… I costi! Come un nostro abito da sposa!
Ho scoperto nuove cose sul kimono al di là del solito sentito dire, grazie! Le foto sono fantastiche!!!
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Grazie Roberto, sono abiti pieni di arte e simboli da interpretare e comprendere
Non avevo mai pensato a quanta storia e quanto significato ci si potesse leggere dentro. La bellezza estetica è solo una piccola parte della bellezza artistica che è nascosta in ogni loro dettaglio!
Grazie a te ho scoperto nuove cose su un argomento che mi era completamente sconosciuto.
Sono sempre stata affascinata dalla cultura giapponese. Chimoni davvero molto belli coi loro colori, peccato non essere in Italia per vedere la mostra.
Ma che bella questa mostra! Mi sa che andrò a vederla. io quando facevo l’accademia ne ho realizzati un paio dipinti a mano, sicuramente uno dei miei lavori migliori 🙂
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Noemi è piccola ma molto ben curata specialmente nei simboli e nei significati. Grazie
Mi sono resa conto solo adesso che il kimono ha la forma di un T. Potremmo considerarne alcuni delle vere e proprie opere d’arte per la preziosità dei loro tessuti e la raffinatezza delle forme.
questa è davvero una mostra da non perdere per gli appassionati di storia del costume.
ma che bella mostra che hai scovato! non so proprio nulla del kimono, quindi mi sembra davvero il caso di approdondire! grazie mille, ci andrò sicuramente! 🙂
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Grazie 😉
Sono molto affascinata dalla cultura giapponese e prima o poi farò un bel viaggio in Giappone. Intanto non sarebbe male iniziare da questa bella mostra, sembra molto interessante!
Estetica, storia, tradizione…tanti aspetti affascinanti in questo straordinario capo. Molto bella la mostra!
Una mostra stupenda mi sarebbe piaciuto moltissimo assisterci di persona. Da sempre amo i kimono oltre che la cultura orientale 😍
sono stupendi! tempo fa ho visto un video dove raccontavano come venivano fatti, i colori ecc. è una storia affascinante. sono rimasta molto colpita dal costo elevatissimo ma considerando il lavoro che c’è, direi che è giustificato
Adoro i kimono, questi hanno veramente tessuti e fantasie meravigliose. Peccato essere un po’ scomoda da Roma…
Molto interessante e dettagliato il tuo articolo. Mi piace la cultura giapponese e leggere mi ha dato lo stimolo per andare a visitare la mostra =)
Trovo questi kimono molto belli ed eleganti, quella giapponese è una cultura affascinante.
Che bei tessuti, non sono pratica di kimoni, ma sono bellissimi.
sono davvero meravigliosi i kimono, mi hanno sempre affascinata anche da bambina
in attesa di andarci davvero in Giappone non mi dispiacerebbe visitare quata mostra…adoro l’Oriente!
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Hai tempo fino a Gennaio Giada e ne vale veramente la pena. 😉