Borgotufi (Is): qualità ed accoglienza diffusa

Un paese di pochi abitanti che non doveva più esistere, in una Regione sconosciuta ai più…

La storia di un successo e di un’oasi di qualità ed accoglienza

raccontata dalle nostre inviate speciali Emanuela e Ginevra

 

La prima volta che ho sentito parlare di Borgotufi è stato a fine 2017, occasione in cui, tanto per cambiare, ero andata a trovare amici fuori Roma. Mi dissero che si tratta di un albergo diffuso, una scommessa per un paese, un territorio e una generazione che hanno tanta voglia di fare. “Vai a farci una girata, merita. Conosco il sindaco, se vuoi contattarlo, è una persona disponibile”. Potevo, da Giroviaggiatrice quale sono, farmi scappare l’occasione? E così, complice anche il bisogno di fare una pausa unita ad una vorace curiosità e a un po’ di organizzazione, mi sono armata di armi, bagagli e Ginevra, mia amica nonché “socia” di varie avventure turistiche, e siamo partite alla scoperta di questo piccolo angolo del Molise.

Borgotufi infatti si trova al confine tra il Molise e l’Abruzzo, nel Comune di Castel del Giudice in provincia di Isernia, in un’area compresa tra due Parchi Nazionali, quello di Abruzzo, Lazio e Molise e quello della Majella, a circa 2 ore e mezza da Roma. Sembra complicato da raggiungere ma, in realtà ci si può arrivare sia attraverso l’autostrada del Sole (Roma – Napoli), sia passando per la Roma – Pescara.

In inverno è possibile praticare gli sport invernali a Roccaraso, in primavera rafting e canoa sul fiume Sangro, in estate si possono effettuare brevi passeggiate di nordic walking, trekking o escursioni in mountain bike e in autunno dedicarsi a piacevoli fine settimana all’insegna di borghi suggestivi, buona cucina e tanto relax.

Una volta arrivate, abbastanza facilmente, a Castel del Giudice, abbiamo invece impiegato un po’ di tempo per trovare l’area di BogoTufi a causa del navigatore, che, si sa, ottimizza sempre i tragitti, a volte fin troppo, proponendo vie poco percorribili a 4 ruote ma magari a 4 zampe sì. Da ostacolo è nata presto l’opportunità perché il navigatore biricchino, ci ha permesso di fare un giro anche per il paese. Grazie a questo giro imprevisto vi suggerisco di non dare retta al navigatore quando vi propone di girare a sinistra, continuate sulla strada principale, quasi ad uscire dal paese. Troverete altre indicazioni e entro poco, quella per arrivare al parcheggio del Borgo.

Avevo contattato il Sindaco durante il viaggio, ci siamo dati appuntamento presso il ristorante dell’albergo. Lino Gentile sindaco di Castel del Giudice, ci ha accolte con garbo, gentilezza e semplicità. Ci ha raccontato la storia di Borgotufi, che riporto con molto piacere.

Borgotufi è stato aperto dal 2016 con la formula dell’albergo diffuso. Le unità abitative sono il risultato del recupero delle stalle e fienili del paese, riutilizzando spazi già esistenti e affiancando ad essi interventi per nulla invasivi di architettura contemporanea, fatti sempre con materiali recuperati. Un triangolo virtuoso, formato da l’amministrazione comunale, i cittadini e da alcune imprese private che ha dato vita ad una public company, avente come obiettivo evitare l’abbandono di terreni e abitazioni, dando lavoro a circa una decina di giovani. La struttura di BorgoTufi è dotata di ristorante e un centro benessere con piscina coperta riscaldata, bagno turco e sala massaggi, una sala conferenze e una seconda sala modulabile sia come ludoteca che come altra sala conferenze.

Le unità abitative, ristrutturate seguendo uno stile rurale, che spesso comprende anche il caminetto, possono accogliere fino a circa 100 ospiti. Sono in via di ristrutturazione ulteriori unità che si aggiungeranno a quelle abitative e la creazione di un punto di ristoro anche per chi non è ospite dell’albergo.

 

 

 

Il Sindaco ha aggiunto che questo non è l’unico progetto messo in atto da queste forze unite: sempre nel territorio del comune, trentacinque ettari di terreno agricolo in disuso sono stati recuperati e trasformati in meleto biologico, gestito da una specifica azienda produttrice, la Melise, presso cui lavorano a tempo pieno quattro persone. Da terreni incolti e semi abbandonati, si è passati alla produzione di mele biologiche, marmellate, succhi di frutta e altri derivati. Tutti ottimi prodotti di qualità elevata che hanno permesso al piccolo comune di Castel del Giudice di entrare a far parte, a pieno titolo, dell’associazione Città del Bio.

Infine la scuola, abbandonata da trent’anni è diventata da alcuni anni una residenza sanitaria assistenziale, l’unica della regione, che ospita anziani anche da altri parti d’Italia. Il modello è sempre lo stesso, l’azionariato diffuso. Vedere e sentire con quanto orgoglio e soddisfazione ci hanno raccontato queste realizzazioni ci ha scaldato il cuore, segno che la politica, quella con la P maiuscola, non solo esiste ancora ma coglie risultati concreti, tanto da permettere ad un comune di poco più di 300 abitanti di essere inserito nella lista dei “Comuni Virtuosi” di Legambiente, nell’Associazione Borghi Autentici d’Italia e, come già detto, nella Governance dell’Associazione Città del Bio..

Salutato il Sindaco, il personale di BorgoTufi, gentilissimo quanto appassionato del luogo, ci ha accompagnato a fare una visita di questo ex aggregato rurale, ora trasformato in resort pieno di fascino. Sarà che siamo state contagiate anche noi dal loro racconto, abbiamo trovato tutti gli ambienti molto accoglienti.

Prima di cena abbiamo incontrato anche alcuni dei soci privati, i quali, con cortesia squisita, ci hanno coinvolte prima in un aperitivo, e poi in una cena tutti insieme, fatta di aneddoti, risate e tanta convivialità.

Per gli amanti dell’enogastronomia formaggi, latticini, funghi, e tartufi sono alcuni tra i prodotti maggiormente utilizzati nella cucina tradizionale di questa zona.

Tra le ricette tradizionali del borgo troverete la “pecorara” (pechra a ru cuttur in dialetto molisano), a base di carne di pecora o castrato. Un’antica ricetta che veniva cucinata dai pastori durante la transumanza. Altri piatti tipici del luogo a base di carne sono il capretto cacio e uova, l’agnello impanato (mugljcrat se preferite dirlo in dialetto..), e l’agnello o il coniglio con i funghi galletti.

Tra i primi piatti “autoctoni” di Castel Del Giudice spiccano la polenta, il pancotto con patate (pan’cuott e patan, sempre nello “slang” locale), la lasagna con i funghi e la pasta con sugo di carne di agnello. Insomma un vero paradiso per gli amanti del buon cibo tradizionale. Paradiso che si apre anche ai nostri amici a 4 zampe, come può testimoniare il cane mascotte del Borgo, Fiocco di Neve, che come un orologio svizzero compare quando il ristorante è aperto e, tra una coccola e l’altra da parte degli ospiti, viene rifocillato e curato dal personale della struttura.

La mattina dopo ci ha regalato uno spettacolo fantastico: la neve! Il piano originario per la giornata avrebbe previsto: sveglia, colazione, Spa, giro nei dintorni, rientro a Borgotufi e poi con calma rientro a Roma. Ma l’occasione di poter passare 2 ore assolutamente cullate dall’acqua, al calduccio in piscina, guardando dalla vetrata i fiocchi scendere, unita alle sapienti mani massaggianti dell’operatrice che lavora presso la struttura, senza appuntamenti successivi, ci hanno fatto cambiare subito idea. Dopo aver gustato una sontuosa colazione, armate quindi di accappatoio, ciabatte, costume, ci siamo dedicate a questa attività con somma soddisfazione

Abbiamo poi aggiunto gusto al gusto, pranzando nuovamente presso il ristorante della struttura. Un po’ a malincuore dopo pranzo abbiamo ripreso la via del ritorno anche a causa delle previsioni che davano neve a Roma durante la notte.

Rilassate, serene e felici abbiamo lasciato questo piccolo Borgo che, come nelle favole da bambine, era destinato a scomparire e che invece, grazie ad un grande gioco di squadra non solo non è scomparso, ma è diventato un esempio virtuoso da seguire, donato da una terra, il Molise, che non solo esiste ma affascina e resta nel cuore.

Emanuela & Ginevra

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