Roma, Cinecittà: Giroviaggiando nel mondo del Cinema

“Andare al Cinema è vedere i propri sogni in pieno giorno”

(dal film: Hugo Cabret)

Cinecittà è il quartiere di Roma, nato grazie ed intorno ai sogni. I sogni e le emozioni che ognuno di noi ricerca nelle trame dei suoi film preferiti, vere favole moderne per adult; i sogni di tanti ragazze e ragazzi alle prime armi artistiche che sognano di diventare future star del grande e del piccolo e piccolissimo schermo; i sogni di tanti abitanti di questo lembo periferico di campagna romana che nacque e crebbe grazie all’industria del Cinema, tanto da essere ribattezzata la Hollywood sul Tevere… E noi, appassionati di storie e di sogni non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione per visitare il cuore di questa fabbrica dei sogni: gli studios di Cinecittà.

Per chi non lo sapesse, Cinecittà é la più importante industria cinematografica italiana ed europea: un pianeta delle meraviglie di 400mila metri quadrati che in più di settant’anni ha visto nascere numerosi capolavori del cinema italiano e internazionale.

La storia di Cinecittà comincia durante il fascismo. Il regime era assolutamente convinto che, in un paese in gran parte analfabeta, l’arte cinematografica fosse un ottimo strumento di cultura e propaganda, tanto che all’ingresso dei nuovi stabilimenti fu posta, in caratteri cubitali, la scritta ” la cinematografia è l’arma più forte!” completata da un retorico ritratto del Duce, dietro la macchina da presa.

Retorica o propaganda, fatto sta che nel 1937, viene fondata Cinecittà: un complesso di 22 teatri di posa, che sono in realtà 21 perchè i progettisti, pur pieni di amor patrio e granitiche certezze nel successo finale, evitarono il Teatro 17, perché anche sotto il fascismo, il numero portava sfortuna… Oltre ai Teatri di posa venne prevista la creazione di un centro industriale cinematografico integrato che comprendeva stabilimenti di sviluppo, stampa e montaggio, la nuova sede dell’Istituto Luce e quella del Centro sperimentale di cinematografia.

L’importanza delle produzioni culturali di Cinecittà era data anche dal fatto che negli anni ’30 ancora non esisteva la TV e quindi, per essere informati sulle notizie si andava al cinema dove si trasmetteva il cinegiornale. Anche in questo caso il Regime non lasciò spazio a quella che noi oggi chiameremmo la libera informazione, dando vita al vicino Istituto Luce, con il compito di realizzare idonei Cinegiornali che magnificassero i risultati del Regime fascista e che fossero proiettati “obbligatoriamente” prima di ogni proiezione cinematografica.

Con la liberazione di Roma da parte degli americani, gli stabilimenti furono requisiti dalle forze alleate per essere adibiti a ricovero degli sfollati, che avevano perso casa a causa dei bombardamenti. Poi pian piano gli stabilimenti tornarono al loro originario utilizzo, nel 1947, tre anni dopo la liberazione di Roma, venne girato nei suoi studi il primo film italiano del dopoguerra, nel 1948 arrivò il primo film americano.

Negli anni cinquanta avvenne l’esplosione di Cinecittà con le produzioni americane: nel 1951 venne girato Quo vadis? e nel 1959 Ben Hur di William Wyler, tutti film del genere “peplum” , chiamati in america ” sword and sandal” (spada e sandali) e soprannominati “sandaloni” dalla manovalanza romana. Tale boom ebbe origine dalla competitività economica degli studi romani chiamati in seguito anche “la Hollywood sul Tevere”, complice anche un’apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco, nella produzione di altri film.

Il successo delle produzioni americane introdusse nella società romana degli anni cinquanta, ancora assai provinciale, fenomeni di sociologia e mondanità “moderne” quali il divismo, i parties, i fotografi invadenti, che a Roma si chiamarono “paparazzi”, i night club, i giornali di gossip, che contribuirono a creare quella magica atmosfera che, sempre grazie al successo di un film che la descrisse, si chiamò: La dolce vita.

Parallelamente l’industria cinematografica ebbe in quegli anni una discreta rilevanza economica per la città, che era ancora abbastanza piccola, non superando di molto il milione di abitanti, generando un ampio indotto legato sia alle produzioni che alla commercializzazione dei film. Masse di comparse, artigiani, operai, tecnici, impiegati, “generici” – ma anche di impresari, imprenditori e produttori avventurosi, palazzinari golosi di mondanità, artisti a caccia di occasioni, tutto quello si chiamò, per anni, il generone romano e che, naturalmente fu oggetto e soggetto di tanti film famosi del neorealismo italiano.

Dalla fondazione ad oggi tra le mura degli stabilimenti cinematografici di Cinecittà sono infatti stati girati più di 3000 film, tra i quali 90 hanno ottenuto la nomination agli Oscar e 47 sono stati premiati: dai colossal Quo Vadis, Ben Hur (che ancora mantiene il record di 11 oscar vinti) e Cleopatra al felliniano e disincantato la Dolce Vita, dal film in costume Il barone di Munchausen (nomination all’oscar per scenografia, costumi, trucco ed effetti speciali), al romantico Il paziente inglese (vincitore di 9 Accademy Awards); dall’opera di Scorsese, Gangs of New York, al musical Nine, dal suggestivo Baaria all’avventuroso Mission impossibile 3, le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson, La passione di Cristo di Mel Gibson e la serie televisiva Rome (2005-2007).

il set del Medico in Famiglia

Negli ultimi anni Cinecittà è stata anche la sede di alcunte fiction nazionali ed internazionali di successo, quali ad esempio serie di fantascienza britannica Doctor Who, o l’italianissima serie di “Un medico in famiglia. Sempre nel complesso di Cinecittà, è stata realizzata, fin dalla prima edizione, la “casa” dell’edizione italiana del reality show “Il Grande Fratello“.

 

 

Tutti gli appassionati di cinema possono oggi rivivere la storia del magico mondo del Cinema visitando la mostra ” Cinecittà si mostra“.

La visita alla mostra permette di visitare tre grandi set cinematografici, aperti al pubblico in maniera permanente.

Il set di Roma Antica – costruito per la serie tv della HBO Rome – che si espande per quattro ettari e presenta l’insieme classico dei principali edifici civili e religiosi del Foro Romano. Le strutture portanti sono rivestite da pannelli di legno e lastre in vetroresina. L’imponente ricostruzione ha ospitato la serie: Rome (serie tv HBO), e I Borgia (serie TV), oltre che esibizioni musicali e videoclip di artisti italiani e stranieri.

Il set de Il Tempio di Gerusalemme è stato realizzato per il film The young Messiah del 2016 diretto da Cyrus Nowrasteh. Nella realizzazione del Tempio lo scenografo non ha seguito una ricostruzione filologica ma ha lavorato con un’ampia libertà creativa mescolando stili, influenze e architetture diverse.

Il set di Firenze del Quattrocento nasce inizialmente per la serie televisiva italiana Francesco del 2002 di Michele Soavi con protagonista Raoul Bova. Nel 2010 è stata modificata la facciata della chiesa rievocando uno stile architettonico tipico della Toscana del ‘400 per le riprese di Amici miei – Come tutto ebbe inizio, film diretto da Neri Parenti. Nel 2012, una parte della scenografia è stata riadattata per ricreare la città di Verona in occasione delle riprese di Romeo and Juliet, film diretto da Carlo Carlei.

Il vantaggio “artigianale” dei set costruiti a Cinecittà è proprio quello di essere flessibili e modulari e quindi, di essere utilizzabili, con poche modifiche, per diversi film e produzioni, limitandone i costi di realizzazione.

Visitati i set, il percorso prosegue all’interno della storica Palazzina Fellini, intitolata al grande regista, dove un tempo c’erano le sale di doppiaggio e di mixaggio. In questi spazi la mostra ospita, in tre diversi ambienti filmati, fotografie e documenti dedicati alla costruzione e alla fondazione degli Studi. Sempre nella medesima palazzina c’è una sala dedicata a Federico Fellini dove trovano spazio filmati inediti, costumi originali, disegni e immagini del regista presentati in un suggestivo impianto scenografico, che ricorda il Palazzo romano della Civiltà e del Lavoro, il famoso “Colosseo quadrato“.

 

All’esterno della palazzina, in un’apposita area didattica dedicata ai bambini trovano, invece, spazio i costumi del film Pinocchio di Benigni.

La visita prosegue poi negli spazi della Palazzina Presidenziale, con un allestimento scenografico che consente di immergersi nella storia di grandi film e dei generi cinematografici, di conoscere storie e curiosità attraverso un’accurata selezione di immagini, video, interviste e costumi originali indossati da grandi star come Liz Taylor, Totò, Claudia Cardinale, Richard Burton e molti altri. In quest’area troviamo la mitica Vespa utilizzata nel film “Vacanze romane” , ed alcuni dei leggendari costumi di pellicole indimenticabili come Cleopatra, La Bisbetica domata di Franco Zeffirelli, Il Gattopardo di Luchino Visconti, girato però a Palazzo Chigi ad Ariccia, e Per un pugno di dollari di Sergio Leone.

Nella parte finale della visita è stato realizzato un percorso espositivo dove è possibile scoprire i mestieri che sono “dietro” alla magia del cinema attraverso sei sale interattive, qualcuna purtroppo non funzionante, dedicate alla regia, alla sceneggiatura, alla realizzazione del sonoro e dei costumi e alla finzione cinematografica, i famosi “effetti speciali”.

Prima di lasciare la “culla” del nostro cinema non possiamo non fare un salto al mitico “Teatro 5“, la casa artistica di Federico Fellini.

Il Teatro 5 è stato per anni il regno di Federico Fellini e conserva tutt’oggi il primato di teatro di posa più grande d’Europa. E’ uno studio di circa 3.000 mq che può ospitare più di 2.000 persone. Perfettamente climatizzato e insonorizzato, grazie alla sua notevole altezza (14 m) permette la costruzione di scenografie non realizzabili altrove. In più una piscina interna di 400 mq, normalmente coperta dal pavimento, permette di creare effetti scenografici di fortissimo impatto emotivo. Non è un caso che, in questo gigantesco spazio fu ricostruita gran parte della Via Veneto, della dolce vita. Questo perchè la strada romana reale è in salita e le macchine cinematografiche dell’epoca erano attrezzate per lavorare principalmente in piano. Fellini amò moltissimo questo teatro di posa, tanto da ricavarvi al suo interno un piccolo e segreto “mini appartamento” in modo da non doverlo abbandonare neanche a riprese concluse.

Usciamo dagli stabilimenti di Cinecittà e scopriamo che l’anima “cinematografica” pervade tutto il quartiere. Molti negozi hanno in vetrina o al loro interno oggetti e foto di scene di film o di attori famosi.

Lungo la Tuscolana è stata creata, dal Municipio, una piccola “Walk of Fame”, che similmente alla più celebre Hollywood Boulevard, è dedicata al cinema italiano. E’ una maniera intelligente e divertente di conoscere la storia e le celebrità del cinema di casa nostra, peccato che un pò di vandalismo in meno ed un pò di manutenzione in più renderebbero l’area maggiormente fruibile…

Sempre nella stessa zona troviamo la sede del Centro Sperimentale di Cinematografia e la vecchia sede dell’Istituto Luce, oggi sede del Municipio VII.

Il Centro sperimentale di cinematografia è la più antica scuola italiana di insegnamento, ricerca e sperimentazione nel campo della cinematografia. Attualmente è una fondazione che opera attraverso due principali settori: la Scuola nazionale di cinema e la Cineteca Nazionale. Il Centro ha attualmente, oltre alla sede centrale, altre quattro sedi: il dipartimento Piemonte (settore animazione e Archivio Nazionale Cinema d’Impresa), il dipartimento Lombardia (settore TV), il dipartimento Sicilia (settore documentario), il dipartimento Abruzzo (settore reportage audiovisivo). La Scuola organizza corsi d’alta specializzazione nell’ambito di tutte le discipline cinematografiche e dell’audiovisivo e costituisce un vero e proprio incubatore culturale nel quale interagiscono tutti gli operatori nel campo della cinematografia: produttori, registi, sceneggiatori, attori, direttori della fotografia, scenografi, montatori, musicisti e tecnici del suono, oltre a esperti della cinematografia digitale, studiosi, docenti e studenti di tutto il mondo. Tutti i grandi registi italiani sono transitati, a vario titolo, nelle sue aule.

Alla scuola è collegata la Cineteca Nazionale che raccoglie, preserva e restaura il patrimonio di opere cinematografiche di produzione e coproduzione italiana. Svolge, in Italia e all’estero, un ruolo di diffusione, valorizzazione e promozione di tale patrimonio culturale.

Come già detto, la sede del Municipio VII è ospitata nel palazzo che, negli anni 30, era la sede dell’Istituto Luce.

L‘Istituto LUCE fu fondato con l’obiettivo culturale di sviluppare l’educazione della popolazione italiana analfabeta attraverso le immagini. Sotto il regime Fascista le finalità dell’Istituto furono ampliate alla «diffusione della cultura popolare e della istruzione generale per mezzo delle visioni cinematografiche, messe in commercio alle minime condizioni di vendita possibile, e distribuite a scopo di propaganda nazionale e patriottica».

Dopo la caduta del regime fascista, a partire dal dopoguerra l‘Istituto LUCE, modificò la sua attività cine giornalistica, resa inutile dall’avvento del mezzo televisivo, e si occupò della produzione di numerosi documentari e di film, diretti, tra gli altri, da Pupi Avati, Marco Bellocchio, Claude Chabrol, Liliana Cavani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi ed Ettore Scola.

Oggi il quartiere è facilmente raggiungibile attraverso la Linea A della Metropolitana di Roma, ma fino agli anni ’80 gli studi erano raggiungibili attraverso un tram della linea ferroviaria che raggiungeva i Castelli Romani. Il tram divenne famoso a Roma per essere la “linea delle comparse” perchè veniva usata da coloro che ancora non erano famosi ma che speravano un giorno di diventarlo. Tanti futuri grandi attori e registi presero quel tram pieni di speranza e di sogni, che nel loro caso si concretizzarono.

Per chi lo desidera una vettura di questo tram è ancora visibile recandosi presso il Polo Museale Atac della stazione Porta San Paolo della Ferrovia Roma Lido a Piramide, mentre sognare è possibile farlo dovunque perchè “i sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor” , ed alcuni riescono a diventare persone, storie, idee ed emozioni che il cinema “di giorno” può donare a chiunque.

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