Parlare e raccontare la Val di Non al di fuori del Trentino, significa subito pensare principalmente alle mele. Da anni infatti questo territorio è associato, nella mente dei consumatori, alle mele ed al Consorzio Melinda, che le raccoglie, le seleziona, le etichetta e le distribuisce al nostro amato supermercato di riferimento, dove le troviamo e scegliamo ogni volta che facciamo la nostra spesa.
Ma pur essendo una delle eccellenze italiane, tanto da meritare il marchio DOP, fin dal 2003, le mele non sono l’unico prodotto raffinato e prezioso della Val di Non. Infatti, visitando questa bellissima Valle trentina, si scoprono altri indimenticabili profumi e sapori legati alla Grappa ed al Groppello, un vitigno autoctono, che grazie alla fatica ed all’ostinazione, tutta trentina, produce un vino rosso, profumato di sottobosco e di impegno.
Parafrasando una vecchia canzone degli anni ’80, portata al successo da Sabrina Salerno, in Val di Non “oltre le mele c’è di più“, molto di più ed io l’ho scoperto grazie ad un Blog Tour, organizzato dall’ Istituto di Tutela della Grappa Trentina, che, in collaborazione con l’Associazione italiana Travel Blogger di cui faccio parte, mi ha portato a scoprire e visitare la Val di Non. L’oggetto del Tour è stato proprio visitare, scoprire e raccontare le piccole distillerie della Valle che ancora, in gran parte artigianalmente, producono ottima grappa.
Parliamo di Grappa…
Distillare grappa in Trentino è una vera e propria arte che nasce da tradizioni familiari tramandate lungo i secoli, di generazione in generazione. Una tradizione familiare che spesso nasce ad inizio ottocento e continua per oltre due secoli fino alle attuali trenta distillerie presenti oggi nel territorio trentino. Una staffetta ininterrotta di profumi, esperienze, segreti e qualità di produzione.
La Grappa Trentina è distillata solo da vinacce fresche, cioè dalle bucce degli acini d’uva già utilizzati dalle cantine per realizzare il mosto, provenienti dal territorio provinciale, a garanzia della qualità del prodotto. Qualità sulla quale vigila proprio l’Istituto Tutela Grappa del Trentino, che dagli anni sessanta, controlla e certifica questa esclusiva produzione, rendendola riconoscibile con il Marchio del Tridente, antico simbolo del Trentino.
Da un punto di vista pratico, il ciclo produttivo prevede che la vinaccia venga introdotta nella caldaia dell’alambicco il prima possibile ed in quantità limitata, per garantire una miglior estrazione degli aromi ed un risultato eccellente. I principi di tale tecnica seguono le vecchie regole ottocentesche della fonte di calore indiretto, della lavorazione lenta e del costante controllo dell’uomo. Un metodo ed una lavorazione artigianale che richiede un’estrema perizia e pazienza da parte del produttore e fa si che ogni Grappa, pur prodotta da vinacce del medesimo vitigno, abbia un profumo ed un sapore unico e diverso dalle altre.
Un prodotto di scarto, gli acini già utilizzati per la produzione del mosto, trovano nuova vita, grazie alla sapienza ed esperienza del Mastro Distillatore, e danno vita ad un nuovo distillato profumato e prezioso.
In Val di Non, di Mastri distillatori riconosciuti dall’Istituto di Tutela della Grappa trentina, ne operano due, che ho personalmente visitato: la Distilleria Rossi D’Anaunia a Revò, un paesino situato nella parte nord occidentale della Valle, e la Distilleria Pezzi a Campodenno, nella parte bassa, ma non meno affascinante della Valle.
La Distilleria Rossi d’Anaunia a Revò (Tn)
La Distilleria si trova nel centro storico di Revò in un’antica casa datata 1886, di cui ancora si può vedere il progetto originale, gelosamente conservato dalla famiglia Rossi, proprietaria della distilleria. E’ il nonno degli attuali proprietari che decide di localizzare a Revò la propria attività di distillazione, perchè il paese vanta numerose Cantine e, come abbiamo già visto, dove ci sono Cantine e soprattutto vinacce fresche, si può realizzare ottima grappa.
Sono proprio i membri della Famiglia Rossi ad accogliere me e tutti gli ospiti che desiderano visitare la Distilleria. La visita inizia dalla visione degli attori principali di questo processo: le vinacce con i loro preziosi profumi e l’alambicco, in rame, che grazie alla pazienza ed alla professionalità del Distillatore, attraverso la tecnica della distillazione in piccole quantità ed a bagnomaria con calore indiretto, producono un distillato di qualità e di pregio.
Una volta completata la distillazione una parte della grappa prodotta viene riposta in piccole botti di legno, le famose barrique, dove riposa per minimo 24 mesi. Questo lungo periodo di tempo è necessario per permettere un processo di scambio naturale fra i due elementi: parte della grappa scompare, evaporata o è assorbita dal legno; contemporaneamente il contatto con il legno fa mutare i colori, i profumi e il sapore della grappa. Nascono così le famose grappe barricate, con profumi morbidi e avvolgenti e dal colore ambrato più o meno carico.
Completata la visita alla Distilleria, si può accedere all’area degustazioni, accolti da uno dei simboli di famiglia: la stufa in maiolica verde che risale alla fine del settecento.
Qui, per la gioia di tutti gli appassionati si possono assaggiare i distillati prodotti dalla Rossi D’Anaunia: la grappa classica, distillata da diversi vitigni, la preziosa Barrique, le grappe alle erbe, accuratamente raccolte e selezionate nei boschi della Valle, ed i liquori d’erbe ed alla frutta. Per legge infatti la grappa può essere prodotta solo con le vinacce, mentre se vogliamo aggiungere erbe o frutta del territorio, il distillato potrà essere commercializzato solo come acquavite.
La Distilleria Rossi D’Anaunia è naturalmente visitabile in ogni periodo dell’anno, magari su prenotazione attraverso il sito aziendale, ma se volete assistere alle fasi ed ai profumi della distillazione dovete visitarla fra settembre e novembre di ogni anno. Sarà una bellissima, profumata ed affascinante esperienza.
La Distilleria Pezzi a Campodenno (Tn)
Cambiamo borgo della Valle, spostandoci a Campodenno, ma non cambia la passione e l’amore del Mastro Distillatore per la Grappa. Anche in questo caso la Famiglia Pezzi, produce e distilla grappe da più di sessanta anni, tramandandosi alcuni segreti produttivi da padre in figlio.
Anche in questo caso ad accogliermi sono i profumi della vinaccia fresca, appena arrivata per la distillazione ed i macchinari e gli alambicchi in rame. Fra i vari macchinari colpisce un antico e raro misuratore meccanico della produzione che risale all’epoca austroungarica ed è tuttora funzionante.
Mi colpiscono anche i numerosi sigilli e targhette che chiudono e bloccano tutte le parti dell’impianto. Carlo Pezzi, che mi accompagna durante la visita, mi spiega che tutti quei sigilli testimoniano il controllo che lo stato, attraverso la guardia di finanza, compie su tutto il ciclo di produzione della Grappa. Un controllo sicuramente finalizzato al calcolo della tassazione legato alla gradazione alcolica del prodotto, ma che in realtà è anche un modo per rendere impossibili eventuali “modifiche creative” del prodotto o delle fasi di distillazione a danno naturalmente della qualità e del consumatore. In pratica che la vostra grappa trentina abbia una certa gradazione alcolica ed un certo invecchiamento, quindi una specifica qualità, non lo attesta solo il distillatore o l’Istituto di tutela, ma anche lo stato, con i suoi controlli accurati e specifici.
Profumi e fasi della distillazione ci riportano al cuore della nostra visita, che non è conoscere il regime fiscale della grappa, ma la sua qualità. Ed a questo proposito ci colpisce la piccola sdraio da mare, che Carlo conserva gelosamente in un angolo della distilleria e con la quale, a volte, segue le fasi notturne più delicate della distillazione, magari in compagnia di qualche amico e di qualche buon formaggio e vino della zona. Perchè vivere e produrre grappa in maniera familiare ed artigianale, vuol dire anche rimanere, vivere e valorizzare il proprio territorio e la propria storia familiare.
Completata la visita agli impianti di distillazione, ci immergiamo nel nostro piccolo paradiso personale della degustazione di questi profumati ed ottimi distillati. L’esperienza è guidata sempre da Carlo Pezzi, e spazia fra le numerose grappe monovitigno, come ad esempio la Grappa con vinacce Muller Thurgau della Val di Cembra, le grappe aromatizzate alle erbe di montagna ed i liquori a base di frutta.
Tra questi una rara Acquavite di mela invecchiata, diretto omaggio alla produzione più conosciuta della Val di Non: la mela.
Alla scoperta del Groppello e della Cantina Laste Rosse di Romallo (Tn)
Prima di lasciare la Valle, facciamo però un’altra profumata e sorprendente scoperta: il vitigno autoctono del Groppello.
Il Groppello, il cui nome deriva da Grop, che in dialetto trentino significa nodo, proprio per la forma del suo grappolo, è un vitigno autoctono, coltivato in Val di Non da secoli, tanto da essere uno dei vini preferiti dall’Imperatore Francesco Giuseppe, che ne serviva volentieri ai suoi ospiti.
Il Groppello è un vitigno rustico coltivato su pendii ripidi di montagna, mediamente ad almeno 700 metri di altitudine. I vigneti sono coltivati manualmente, il periodo vegetativo è più corto, la resa è bassa e l’epoca di vendemmia si aggira nella terza decade di ottobre, primi di novembre. Ma da questa faticosa produzione nasce un vino rosso rubino con un profumo di sottobosco e di terra buona. Attualmente però fatica produttiva e scarsa resa hanno limitato le cantine che lavorano il Groppello a non più di cinque.
Tra queste, durante il tour in valle, ho personalmente visitato la Cantina Laste Rosse, dove Silvia e Pietro, i giovani titolari, mi hanno guidato attraverso una degustazione realmente sensoriale, alla scoperta dei profumi e del gusto del loro vino di Groppello.
Questo particolare vino a denominazione IGT, viene raccolto manualmente da vigneti in pendenza ed ad un’altitudine tra i 650 ed i 750 metri, fermenta in serbatoi inox e viene poi affinato in botti di legno, per arrivare ad una gradazione alcolica di circa 12 gradi ed ad un intenso profumo di sottobosco. Profumo che provi e percepisci anche durante la degustazione sensoriale, dove al vino è abbinata la diretta sperimentazione dei profumi del sottobosco: muschio, terriccio, foglie, ecc.
Per gli amanti della gastronomia, il vino di Groppello può essere ottimamente abbinato ai Tortei di patate, frittelle tipiche della Val di Non, minestre d’orzo e legumi, secondi di carne e cacciagione.
Tutti i visitatori della Cantina Laste Rosse, possono abbinare la degustazione a numerose attività esperienziali in vigna, dove guidati da Silvia possono dedicarsi al Wine Trekking o a corsi di Nature Bathing, finalizzati al benessere sensoriale dei partecipanti.
Dal 2020 è anche possibile adottare, per un anno, un filare del vitigno di Groppello, partecipando “a distanza” a tutte le fasi di accudimento e lavorazione della vigna e del filare adottato, diventandone di fatto un supporter ed un testimonial.
Il contributo richiesto è di 100 euro all’anno e da diritto, oltre alla targhetta ed alla mappa geolocalizzata del proprio filare, anche a 6 bottiglie di Groppello prodotte dall’Azienda (nello specifico 5 di vino ed 1 di Spumante, metodo classico). Periodicamente video e messaggi social aggiorneranno il wine lover adottante, di tutte le informazioni e dell’evoluzione nel tempo, del suo filare.
Cosa vedere in Val di Non
La Val di Non, naturalmente, non offre solo mele e distillati, ha anche moltissime opportunità turistiche da vivere.
Dalla visita all’antico Santuario di San Romedio, uno dei più antichi delle Alpi, risalente all’anno 1000, alla vista dell’incantevole panorama della Valle e del Lago di Santa Giustina che si gode a Romallo (Tn), alla Panchina Gigante della Val di Non, inserita nel Big Bench Community Project, un importante programma internazionale per la valorizzazione turistica delle piccole comunità locali.
Se visitate la Valle in autunno o in inverno potete gustarvi delle splendide passeggiate nei boschi della valle per ammirare il Foliage ed i suoi colori, oppure indossare le ciaspole e godervi le prime nevicate. Contrariamente a quanto si pensa, alcune caratteristiche Malghe restano aperte anche nella stagione invernale e possono costituire una ottima meta turistico sportiva.
Se non volete rinunciare alla magia del Natale, potete invece utilizzare la centralità territoriale della Val di Non, per raggiungere in meno di un’ora Trento, Bolzano e Merano, con i loro famosi e variopinti mercatini di Natale.
Se amate l’arte anche in vacanza, non privatevi della possibilità di visitare, fino a febbraio 2022 a Cles (Tn), la mostra su Depero, nato in Val di Non nel 1892. Completando la conoscenza di questo eclettico artista visitando la mostra e la sezione a lui dedicata al MART di Rovereto (Tn).
Insomma sia che amiate lo sport in montagna che la cultura e l’arte o siate appassionati di enogastronomia, avrete sempre un ottimo motivo per visitare la Val di Non e rientrare nelle vostre case con tante esperienze, prodotti, vini e grappe che, siamo certi, “profumeranno” per molto tempo tutti i vostri ricordi di vacanza.
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