Gubbio (Pg): il fascino del medioevo umbro

“…Al tempo che santo Francesco dimorava nella città di Agobbio, nel contado d’Agobbio apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma eziandio gli uomini; in tanto che tutti i cittadini stavano in gran paura (…)

Ed ecco che il detto lupo si fa incontro a santo Francesco, con la bocca aperta; ed appressandosi a lui santo Francesco gli fa il segno della santissima croce, e chiamollo a sé e disse così: “Vieni qui, frate lupo, io ti comando dalla parte di Cristo che tu non facci male né a me né a persona”.

Immantanente che santo Francesco ebbe fatta la croce, il lupo terribile chiuse la bocca e ristette di correre; e fatto il comandamento, venne mansuetamente come agnello, e gittossi alli piedi di santo Francesco a giacere… ”

Per molti di noi la città di Gubbio è stata sempre principalmente conosciuta ed abbinata al famoso “Lupo”, soggetto di uno dei più conosciuti ed amati miracoli di San Francesco. In molti quadri che raccontano, nei secoli, questa scena, Gubbio è il più delle volte solo uno sfondo, una scenografia davanti alla quale i due personaggi, San Francesco ed il Lupo si muovono, si confrontano e poi si riappacificano a testimonianza di quella “vocazione ed attenzione ambientalista” attribuita al Santo di Assisi.

In realtà la bellissima città di Gubbio è tutto fuorchè uno sfondo ma anzi è uno scrigno pieno di perle artistiche medievali e rinascimentali, frutto proprio della sua millenaria storia.

Le prime forme di insediamento nel territorio eugubino risalgono al paleolitico, ma già in epoca pre romana Gubbio fu un’ importante città del popolo degli umbri, come testimoniato dalle “Tavole Eugubine” in bronzo, risalenti al III secolo a.c., redatte sia in lingua umbra che in latino e gelosamente conservate nel Palazzo dei Consoli.

Importante Municipio romano, alla caduta dell’impero venne “donata” da Carlo Magno al Papa. Nonostante la donazione imperiale alla Chiesa, Gubbio si costituì “libero comune” aderendo al partito Ghibellino, cioè filo imperiale. Nel 1151, undici comuni federati, capitanati da Perugia, attaccano Gubbio, con l’intento di bloccarne lo sviluppo economico e territoriale. Nonostante lo strapotere militare degli assedianti, a sorpresa il libero Comune di Gubbio, non solo resiste ma sbaraglia “miracolosamente” gli eserciti nemici. La “miracolosa” vittoria viene attribuita all’intercessione del Vescovo di Gubbio, Ubaldo, che dopo la morte, avvenuta una decina d’anni dopo la vittoria su Perugia, viene canonizzato a “furor di popolo” e diviene da quel momento il vero e unico Santo Patrono e protettore della città, con buona pace di San Francesco, che sarà pure nominato, secoli dopo, Patrono d’Italia, ma che a Gubbio deve lasciare il passo a Sant’Ubaldo a dimostrazione che probabilmente gli eugubini temevano più i Perugini che i lupi…

Nel 1354 la città di Gubbio torna sotto il dominio della Chiesa ma ancora una volta, dopo meno di una trentina d’anni, gli abitanti si ribellano al Vescovo e si “consegnano spontaneamente” ai Montefeltro, Duchi di Urbino.

Sotto il governo dei Montefeltro gli eugubini ottenero un lungo periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell’arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili. La città tornò così a fiorire culturalmente e artisticamente; in quel periodo fu ricostruito il Palazzo dei Consoli. La città rimase ai Montefeltro fino al 1508 quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che la governarono fino al 1631 quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo erede della casata, tutti i beni e tutti i feudi passarono, come da volontà testamentaria, allo stato pontificio, fino al 1860, anno in cui Gubbio fu annessa al neo costituito Regno d’Italia.

Nonostante le varie vicende storiche passeggiare per Gubbio ti permette di immergerti nuovamente nella magia del medioevo, grazie ai suoi vicoli e palazzi: la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo del 1190, ad un’unica navata ritmata da una sequenza trasversale di dieci

imponenti archi ogivali, soffitto a capriate, e coro rettangolare con abside; il Palazzo dei Consoli, del 1332,

realizzato sopra una piazza che in realtà, sfruttando l’andamento del terreno, rappresenta la copertura dei livelli inferiori del medesimo edificio. Durante l’epoca medievale, l’edificio era anche sede dell’Arengo, una grande sala che in età comunale ospitava le assemblee dei cittadini, e vi veniva amministrata la giustizia, come testimonia ancora oggi la presenza, sulla facciata del Palazzo di una gabbia in ferro che anticamente serviva per esporre al pubblico ludibrio ladri e truffatori.

Palazzo del Bargello e Fontana dei matti

A pochi passi dal Palazzo dei Consoli, troviamo il Palazzo del Bargello, sede del magistrato comunale incaricato di mantenere l’ordine e la sicurezza cittadine. Costruito nel 1300 il Palazzo deve il suo successo turistico a due curiosità: la prima è la presenza, accanto al grande portale d’entrata, della cosiddetta “porta del morto“, con la soglia un po’ più alta rispetto al piano stradale. Struttura caratteristica delle abitazioni medievali era sempre più stretta delle altre e, secondo la tradizione, appariva ininterrottamente murata e aperta soltanto per far passare la bara del defunto, morto nella casa. In realtà, probabilmente era una comune porta d’ingresso alle stanze abitate, normalmente posizionate, nel medioevo, al primo piano sopra le botteghe commerciali e dotata di una scaletta mobile di legno che, di notte, veniva tolta per motivi di sicurezza.

La seconda curiosità è legata alla fontana cinquecentesca davanti al Palazzo.  Secondo un’antica tradizione tuttora in uso, infatti, lo straniero che compie tre giri di corsa intorno ad essa, mentre altre persone lo bagnano con l’acqua, acquisisce la cittadinanza di Gubbio ed il titolo onorifico di Matto d’Agobbio ossia la patente di “Matto onorario di Gubbio“: ma  non nel significato di squilibrato ma, facendo riferimento alla proverbiale imprevedibilità e ironia tipica degli eugubini, mattacchione e bizzarro. Inutile nascondervi che anche noi del Blog Giroviaggiando abbiamo “faticosamente” conseguito questa patente e ci possiamo fregiare del nobile titolo di “Blog matto onorario di Gubbio”!

 

Ironia ed imprevedibilità che sono anche le caratteristiche di un famoso cittadino “virtuale” di Gubbio: Don Matteo.

La Chiesa di San Giovanni Battista “parrocchia di Don Matteo”

La Fiction televisia “Don Matteo”, nata da un’idea della casa di produzione Lux Vide e interpretata, fra gli altri, da Terence Hill, Nino Frassica,  e Flavio Insinna  è girata interamente nella città di Gubbio, che nello sceneggiato ha svolto un ruolo di protagonista principale con i suoi gioielli medievali, gli eleganti interni dei suoi palazzi, la rete di viuzze e vicoli dei quattro quartieri in cui è suddiviso lo splendido tessuto urbano.

 

Ma se la fiction l’ha resa familiare ai tanti spettatori televisivi è il fascino medievale delle strade, dei palazzi, delle feste e della gastronomia a rendere Gubbio veramente unica ed indimenticabile e sicuramente consigliata per una visita ed una giornata “slow” alla scoperta di un tempo e di ritmi meno caotici dei nostri.

 

 

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