Vitorchiano (Vt): il risveglio dei 5 sensi

Con curiosità e divertimento siamo andati a scoprire Vitorchiano (Vt), nella bellissima zona dei Monti Cimini in Tuscia, uno dei Borghi medievali meglio conservati del Lazio, tanto da meritare, per questo, la prestigiosa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

 

 

 

 

 

Vitorchiano si trova ai piedi dei monti Cimini, ed è noto per le attività legate all’estrazione ed alla lavorazione del peperino. Ma la vera attrazione è il suo cuore medievale, così ben curato da fare da location di numerosi film ambientati in epoca medievale, fra i quali il famosissimo ” l’Armata Brancaleone” di Monicelli, con il grande attore Vittorio Gassman.

In effetti, passeggiando per il Borgo, l’impressione di tornare nel Medioevo è molto forte, come forte è la curiosità di scoprire scolpito sullo stemma della città e su molti portali dei palazzi del paese il simbolo “S.P.Q.R”, acronimo del latino Senatus Populusque Romanus, quasi che, per una strana magia del destino non ci fossimo mai mossi da Roma.

Invece il simbolo più conosciuto di Roma, non si trova a Vitorchiano per uno scherzo del destino o per qualche errore architettonico, ma per ricordare ed esaltare la fedeltà dimostrata durante il medioevo dagli abitanti di Vitorchiano, nei confronti di Roma, nella lunga guerra fra quest’ultima e Viterbo.

Fedeltà costata un duro prezzo ai Vitorchianesi, che nel 1232 subirono l’occupazione e la devastazione del paese da parte delle milizie viterbesi, che punirono la città con la completa distruzione delle mura. Ai nostri occhi contemporanei, abituati ad altri tipi di guerre ed armi, la distruzione delle mura potrebbe sembrare una pena lieve rispetto ad altri possibili massacri, in realtà per una comunità medioevale questa punizione significava essere privi di difese e quindi essere esposti, con facilità, a qualsiasi scorreria o saccheggio da parte di briganti, nemici o pirati saraceni che, a quell’epoca, imperversavano nella Tuscia.

Quando un anno più tardi Roma, sempre con l’aiuto di Vitorchiano, sconfisse i Viterbesi gratificò il Borgo con il titolo di “fedele di Roma”e gli consentì di aggiungere al proprio stemma la sigla S.P.Q.R. e di fregiarsi della Lupa Capitolina.

 

Il Senato Romano decise anche che 10 abitanti di Vitorchiano fossero assunti in Campidoglio. Essi furono denominati “Fedeli di Vitorchiano”. Questo privilegio è stato costantemente esercitato da Vitorchiano dal 1267 fino ai nostri giorni.

Ancora oggi è possibile ammirare la Guardia del Campidoglio nei costumi che, secondo la tradizione, furono disegnati da Michelangelo Buonarroti, nelle manifestazioni ufficiali del comune di Roma, ad esempio nella sfilata del 21 aprile, Natale di Roma. La riproduzione di uno di questi costumi è visibile anche all’interno del Palazzo comunale di Vitorchiano.

Lasciamo momentaneamente il centro storico del paese e dirigiamoci verso un’altra piccola curiosità che questo bellissimo Borgo ci riserva: il Parco dei Cinque Sensi.

Il Parco dei cinque sensi

Il Parco dei cinque sensi è un bellissimo progetto innovativo creato nel bosco che circonda Vitorchiano, nella frazione di Pallone e vicino alla Stazione Ferroviaria della Roma – Civitacastellana – Viterbo.

L’esperienza, per grandi e bambini, curiosi ed amanti della natura, si basa su un percorso da fare rigorosamente a piedi nudi lungo un sentiero nel bosco. Percorso che si compone di varie tappe in cui, attraverso l’uso dei nostri cinque sensi (Vista, Udito, Gusto, Olfatto e Tatto) si sperimentano i suoni, i sapori, gli odori, i terreni ed i colori della natura e del bosco. Un’ esperienza sicuramente particolare in cui, specialmente noi cittadini doc, dobbiamo saperci lasciare andare fidandoci di madre natura e dei nostri sensi.

 

 

In realtà, conclusa questa esperienza unica e particolare, ci accorgiamo che affidarci alle sensazioni che ci trasmettono i nostri cinque sensi è una delle migliori chiavi di lettura per goderci il meraviglioso Borgo di Vitorchiano. Per cui….

Guidati dall’Olfatto, nel regno delle Peonie

Il primo dei nostri sensi, l’olfatto ci guida a scoprire e conoscere un’altra bella storia, quella di Carlo Confidati, imprenditore viterbese amante di giardini, che negli anni novanta si avvicinò per la prima volta all’affascinate mondo delle peonie. Nel 1996 creò il Centro Botanico Moutan, (dal termine cinese “Mu Dan” che indica la peonia arborea) che “riunisce in un area di 15 ettari la più vasta collezione al mondo di peonie arboree ed erbacee cinesi – oltre 200.000 esemplari – raccogliendo circa 600 differenti varietà e ibridi naturali appartenenti alla  gran parte delle specie botaniche conosciute.”

La peonia arborea è considerata in Cina il Fiore Nazionale e la sua diffusione nel nostro continente si fa risalire ad alcune citazioni del 1656, quando un membro della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la descrisse come una pianta dai “fiori simili alle rose, ma privi di spine e con fiori grandi il doppio”.

Prima della loro divulgazione in Occidente, la notizia della loro esistenza e bellezza si era diffusa soltanto attraverso l’importazione di porcellane, sete e oggetti cinesi su cui erano rappresentate.

 

Il mistero, il fascino e le leggende legate a queste piante si tramandano ancora attraverso i bellissimi nomi che classificano le singole varietà e che evocano ancora oggi le sensazioni che avevano ispirato i giardinieri cinesi del passato che si dedicavano alla loro coltivazione. Solo per citarne alcuni: Fenice blu dalle ali spiegate, Luna sul monte Kun Lun, Trono di corallo, La prosperità, ecc

 

Per la sua bellezza e ricchezza botanica il Centro Botanico Moutan di Vitorchiano fa parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani, Associazione che unisce dal 1997 i più bei giardini artistici e botanici italiani. Durante la visita, oltre ad ammirare lo splendido parco, si possono acquistare le peonie preferite, visitare la bottega con i prodotti dermocosmetici  e fermarsi al ristorantino del parco per una pausa culinaria, il  Colour Café, un “garden restaurant” dall’atmosfera campestre, semplice e curata.

Se poi i fiori sono anche la vostra passione, quale miglior occasione per perdersi nei profumi e nei colori della  manifestazione culturale “Peperino in Fiore“, che ogni 1 giugno vi aspetta nel Borgo di Vitorchiano?

Grazie al tatto riscopriamo l’antica sapienza artigiana

Lasciamo il colorato e profumato giardino delle Peonie e perdendoci nei vicoli di Vitorchiano ascoltiamo con le mani la particolarità del Peperino e del Tufo con cui nei secoli è stato realizzato, con il paziente lavoro manuale dei suoi abitanti, il paese. Sempre passeggiando nelle strade del Borgo scopriamo i molti artigiani che con le loro mani realizzano, nelle loro botteghe, oggetti artigianali unici.

 

Oggetti che raccontano storie, come quella di Galiano, Vitorchianese per amore e che, nel suo Laboratorio “Il Covo” con amore trasforma scarti di pietra e legno in oggetti d’arte e di decorazione. Galiano non ama farsi fotografare, ma ama raccontare la sua storia a chi desidera ascoltarla ed ama parlare con le sue mani, attraverso i mille oggetti che ha realizzato.

 

Anche Roberta, nel suo piccolo laboratorio artistico “La Nicchia“, utilizza con amore le sue mani per riprodurre su tegola i palazzetti medievali del Borgo o dei paesi vicini. Da qualche anno, probabilmente ispirata dalla Peonie del Parco Moutan, realizza damigiane artistiche che danno nuova vita e senso ad oggetti altrimenti destinati alla discarica.

  

La sapienza delle mani è una caratteristica di molti degli abitanti del paese, tanto da farne oggetto di performance artistiche, colorando, ad esempio, a nuova vita una vecchia Fiat cinquecento.

Il senso del Tatto ci racconta anche un’altra storia, quella di un gruppo di undici indigeni maori della famiglia Atanm, provenienti dall’isola di Rapa Nui (Cile), meglio conosciuta come Isola di Pasqua.

In Italia per un gemellaggio culturale furono invitati dalla trasmissione RAI “Alla ricerca dell’Arca”,  a raccontare come nella loro isola le antiche e originali sculture Moai  si stessero irreparabilmente deteriorando. Grazie alla redazione del programma si scoprì che, proprio a Vitorchiano, esisteva una pietra vulcanica simile a quella delle cave dell’Isola di Pasqua.  Il Peperino Vitorchianese sarebbe quindi stato adatto per restaurare le sculture dell’isola e, naturalmente, per poterne costruire di nuove. A ricordo di questo gemellaggio culturale la famiglia maori, solo con la forza delle proprie mani e con l’uso di asce manuali e pietre taglienti, originarie dell’Isola di Pasqua, lavorarono e scolpirono un enorme blocco di peperino del peso di trenta tonnellate, creando l’unico Moai autentico realizzato fuori dall’Isola di Pasqua esistente al mondo.  Secondo la tradizione dell’Isola di Pasqua il Moai porta prosperità al luogo che osserva, a patto che non venga mai spostato, ed è per questo che ancora oggi, possiamo ammirarlo nel luogo in cui fu scolpito.

Il Gusto dei prodotti gastronomici di Vitorchiano

Seguendo il senso del Gusto, in collaborazione con l’olfatto che ne apprezza i profumi, scopriamo le due specialità enogastronomiche di Vitorchiano: i Cavatelli e la Ciambella di San Michele.

I Cavatelli sono un tipo di pasta fresca, tradizionalmente fatta a mano, con acqua e farina, lavorata successivamente con il palmo della mano fino a essere ridotta ad un lungo spaghettone, e viene preparata con un sugo al pomodoro aromatizzato al finocchietto selvatico ma la porosità caratteristica della pasta è adatta a trattenere i più disparati condimenti .

Per celebrare questa pasta tipica vitorchianese è stata anche creata la Sagra del Cavatello, organizzata dalla Pro Loco ormai da più di 30 anni, nei primi giorni di agosto.

Per gustare la Ciambella di San Michele bisogna invece attendere la festa di  San Michele Arcangelo, Patrono di Vitorchiano.

Il Comitato Festeggiamenti di San Michele Arcangelo , composto da volontari del paese, si occupa sia della celebrazione e dei festeggiamenti del Patrono, che della preparazione di questa particolare Ciambella, preparata con acqua, farina, olio, sale e anice.

La ciambella ha una preparazione lunga, quasi cinque ore, con doppia cottura, prima bollita, poi cotta al forno, per farle raggiungere la giusta consistenza: croccante fuori e morbida dentro. Per tradizione sono gli anziani del paese ad iniziarne la lavorazione, prima dell’alba, affiancati successivamente dai propri amici e familiari via via più giovani, man mano che procede la lavorazione.

Il risultato di questa collaborazione culinaria fra le generazioni è assolutamente squisito. Lo abbiamo sperimentato di persona, accompagnati dal Ciambellano Capo di questa particolare manifestazione.

 

Se amate la semplicità e la qualità fatevi sempre accompagnare dal Gusto, un paio di chilometri fuori dal centro storico del paese, al Monastero delle suore Trappiste.

 

Nel Monastero di Vitorchiano, la vita della comunità si articola in preghiera, penitenza e lavoro. Il lavoro è prevalentemente agricolo (cura della vigna, dell’orto, degli ulivi e dei frutteti) e artigianale (la produzione di marmellate, la creazione di stampe di immagini sacre e biglietti augurali).

Grazie al loro lavoro le suore trappiste con la frutta realizzano marmellate che sono in vendita anche in altre trappe e monasteri italiani e sono realizzate con frutta di primissima qualità, senza conservanti, pectina o coloranti ma solo con frutta e zucchero, richiamando antiche ricette locali: 25 gusti differenti di confetture, fra le quali amarene, ciliegie, ribes, pesche, marroni, albicocche, agrumi, prugne, arance, mirtilli, fragole, frutti di bosco, mele cotogne e pomodori verdi.

 

Perdersi nel cuore medievale del Borgo guidati solo dalla Vista

Gli occhi non possono che riportarci al cuore medievale di Vitorchiano, ai suoi vicoli, ai suoi balconcini alle sue scalette esterne scolpite nel Peperino e abbellite di piante e fiori.

Tra i luoghi da visitare troviamo la chiesa della S.S. Trinità, costruita nel 1476 e la chiesa di Santa Maria Assunta, che è la più antica di Vitorchiano, costruita nella seconda metà del XIII secolo e la meravigliosa Chiesa della madonna di San Nicola, interamente affrescata al suo interno.

 

 

Sicuramente da vedere le mura di cinta che proteggono Vitorchiano e che sono lunghe ben 250 metri intramezzate da torri. Al centro della cinta muraria sorge Porta Romana, sovrastata da una torre quadrilatera che è il più importante accesso al paese.

 

Bellissimo anche il Palazzo Comunale, con la torre dell’orologio alta 16 metri e da cui si gode una vista spettacolare sui tetti del Borgo.

 

 

Tra i vicoli di Vitorchiano troviamo numerosi altri edifici medioevali di notevole bellezza, come la casa dove dimorò per un periodo Santa Rosa, fuggita da Viterbo, la Casa della Strega, la Casa del Rabbino, la Casa del Vescovo e molte altre.

  

Altro monumento, degno di nota è la Fontana a fuso, capolavoro d’arte scultorea di scuola viterbese, cosi chiamata per la sua forma. Si trova alla base della torre dell’orologio e venne realizzata tra il 1200 e il 1300, interamente in peperino.

Per finire ringraziamo l’udito

per averci permesso di ascoltare le tante storie raccontateci dagli abitanti di questo Borgo, di sentire il suono delle Chiarine, le antiche trombe medievali suonate dai “Fedeli di Vitorchiano”, per ascoltare il vento che suona e soffia tra i vicoli del Borgo, cullandoci ed invitandoci a tornare in questo paese dove molto è ancora da scoprire, assaporare e descrivere, tanto da farci sembrare “stretti” i soli cinque sensi a disposizione.

 

 

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Scrivimi su lamberto.giroviaggiandoblog@gmail.com

 

Commenti

  1. Samanta Berruti

    Un posto tutto da scoprire, adatto a grandi e piccini e dove imparare un sacco di cose interessanti! Insomma: messo in lista, sia mai che ci scappi una visita quanto prima 😀

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      Lamberto Funghi

      Credo che una visita al Parco dei Cinque Sensi farebbe felice ogni bambino anche quelli “adulti” 🙂

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      Lamberto Funghi

      Ne rimarrai affascinata e passerai una giornata serena e deliziosamente rilassante. 🙂

  2. Dejan

    Sembra un bellissimo posto. Devo informarmi sulle feste e le musiche popolari della zona e magari ci faccio un salto. Grazie per avermelo fatto conoscere

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      Lamberto Funghi

      Quale migliore occasione della Festa di San Michele Arcangelo e la relativa sagra delle Ciambelle della prossima domenica?

  3. raffigarofalo

    Abito abbastanza lontano e quindi non avevo mai sentito parlare di Vitorchiano. Il nome è bizzarro e sono certa che me lo ricorderò. Come mi ricorderò questo post che lo racconta così bene e che ha mostrato un luogo incantevole, pieno di storia e di natura. Da segnare nella lista delle cose da visitare.

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  4. Nicoletta C.

    Che belli questi borghi legati ad antiche tradizioni! Io amo soprattutto quelle culinarie, e sarei curiosa di assaggiare una ciambella che ha tempi di preparazione così lunghi|

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      Lamberto Funghi

      Se la prossima settimana capiti a Vitorchiano c’è proprio la festa di San Michele Arcangelo e potrai assaggiare le sue ciambelle salate. 😉

  5. cheza90

    Un posto che non conoscevo, è davvero stupendo questo borgo medioevale 😍 segnato nella lista dei posti da vedere!

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      Lamberto Funghi

      Mi sembra un ottimo proposito. Se lo fai inserisci anche Montalto di Castro ed il Caseificio Maremma in Tuscia 😉

  6. Gia

    da vedere sicuramente. l’Italia è piena di borghi che non conosciamo e che invece sono meravigliosi e ricchi di storia e tradizioni.

  7. valekappa90

    Non conoscevo questo posticino! Il parco dei Cinque Sensi deve proprio essere un bellissimo posto, adatto a tutti, grandi e piccini!

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  8. Diparaffo

    l’Italia è un paese stupendo, che trova la luce nei piccoli borghi e paesaggi nostrani. complimenti per l’accuratezza nei dettagli all’interno del tuo articolo

  9. Strega Ritardina

    Dev’essere bello entrare nel parco dei 5 sensi. E un’esperienza solo per Bambini?

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